Siete claustrofobici e preferite salire sei piani a piedi piuttosto che passare qualche secondo in ascensore? Allora non invidierete sicuramente Thomas Fleetwood, l’albergatore austriaco rimasto chiuso per quattro giorni nell’ascensore del suo hotel “Eden”, nella località sciistica di Bad Gastein, a Salisburgo.

Lunedì scorso l’uomo, 58 anni, di origine svedese, è rimasto improvvisamente bloccato tra il primo e il secondo piano poco dopo le 7 del mattino. Inutili i suoi tentativi di chiedere aiuto e di liberarsi. L’albergo, infatti, era completamente vuoto e chiuso da un paio di giorni dopo la fine della stagione invernale. Fleetwood, inoltre, aveva dimenticato il cellulare nella reception. A quel punto l’albergatore ha dovuto far ricorso alle tecniche apprese durante un corso di sopravvivenza seguito presso le forze armate di Stoccolma. Si è sistemato nel modo migliore in uno spazio largo appena 1,2 metri quadrati e, per non soffocare, ha rotto il piccolo vetro della cabina.


Alle difficoltà fisiche, senza né acqua né cibo, si sono aggiunte anche quelle psichiche. Per questo Fleetwood ha passato il tempo a fare ginnastica, a parlare con se stesso e a fare piani per la prossima stagione estiva. Alla fine la sua speranza di essere salvato è stata ripagata. Dopo quattro giorni, infatti, un suo amico fattorino, passando per caso davanti al resort, ha notato la posta accumulata all’esterno. E’ entrato con la chiave di riserva di cui disponeva e ha sentito le urla dell’albergatore. A quel punto l’attesa per i soccorsi è stata dolce e breve. I vigili del fuoco hanno impiegato un quarto d’ora per liberare lo sfortunato Thomas che, trovato in buone condizioni di salute, oltre all’amico, deve forse ringraziare anche la regolarità del servizio postale austriaco.

Tutto sommato all’albergatore di Salisburgo poteva andare molto peggio. Basti pensare alla vicenda che nell’agosto del 1998 ha visto protagonista Armando Piazza, portiere del complesso “Club Med” del Sestriere. L’uomo, dal consistente peso di quasi cento chili, è rimasto chiuso nell’ascensore della struttura, aperta solo d’inverno, per ben nove giorni. L’allora 64enne Armando, detto Gimmy, ha ingannato il lento scorrere del tempo tra ginnastica, preghiere e statistiche sulle persone sopravvissute sotto le macerie in caso di terremoti o altre sciagure. Solo dopo che la barista del vicino caffè Kandahar, preoccupata per la prolungata assenza del portiere, ha avviato le ricerche, Gimmy è stato liberato. I carabinieri lo hanno trovato un po’ provato fisicamente, ma piuttosto lucido. Abbastanza per capire che i 14 chili persi, sicuramente troppi in nove giorni di dieta forzata, tutto sommato non sono un danno per la sua salute.

Fonte: Yahoo notizie