VANGELO DI RIFERIMENTO

Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche. E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro». Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano.

RIFLESSIONE

15 luglio 2012

BE EASY
15ma domenica del tempo ordinario B

“Ama il tuo sogno se pur ti tormenta” (G. D’Annunzio).
Tu solo puoi farcela, ma non puoi farcela da solo.

È un momento cruciale quello del Vangelo di oggi: dalla folla si passa ai discepoli, il cerchio si stringe in intimità.
Gesù mette i suoi sotto esame: il giudizio lo dà la quotidianità.
Ogni dettaglio di questo esame è di straordinaria bellezza.

Innanzitutto è necessario camminare “a due a due”.
La fede, come l’amore, si misura “a due a due”.
Le belle parole, le grandi poesie, le promesse sdolcinate si misurano nella concretezza del vivere insieme di tutti i giorni.
Se sei solo, rischi di giungere a dubitare anche di te stesso.

Due a due ma con 3 accessori essenziali: bastone, sandali e bisaccia.

Un bastone a sorreggere il cammino e un amico a sorreggere il cuore.
Un bastone per la stanchezza e un amico per la solitudine.
Un bastone per difendersi e un amico per mettersi in gioco.
Due sostegni che danno sicurezza, ma che non si sostituiscono a noi.

I sandali. Dio ci dice che non possiamo mai essere degli sprovveduti.
Sulle strade sassone della Palestina senza sandali ti disfacevi i piedi.
Non possiamo lasciare che le cose che viviamo, le vie che prendiamo
ci feriscano tanto da fermare il nostro cammino.

La bisaccia ci ricorda infine quanti pesi ci portiamo dietro.
Fatti non digeriti, lacrime trattenute, conti in sospeso, rabbie celate.
Facciamo finta di niente e poi ci sentiamo appesantiti e senza forze.
Quante cose dovremmo lasciare andare e invece le tratteniamo,
con dispendio di energie incredibile. Allora vivere diventa faticoso.

Arriva quindi il grande esame dell’imparare essenzialità e leggerezza.
Be easy! Sii leggero!

Potremmo usare anche il famoso poster “keep calm and carry on” (mantieni la calma e vai avanti) preparato dal governo inglese nel 1939 alle soglie della seconda guerra mondiale per sostenere il popolo da un possibile attacco nemico.

Due strane richieste fa Gesù: niente denaro e pochi vestiti.

Niente denaro. Non chiede miseria ma responsabilità e gratitudine.
Solo chi sa il prezzo della fatica sa gustare il valore le cose.
Solo chi deve chiedere per favore, sa il valore del dire grazie.

Non due tuniche. È il capire ciò di cui davvero c’è bisogno per proteggersi dal freddo, dal sole e dagli sguardi degli altri.
(È come quando hai solo il bagaglio a mano sull’aereo: metti e togli).
Gesù ci avverte del rischio di diventare servi di quello che non serve.

E poi il grande consiglio “divino”: “Se non ti accolgono, scuoti la polvere dai tuoi sandali”. È la coscienza pulita: “Ho fatto tutto ciò che era nelle mie possibilità”. Al di là del risultato.
Non rimpiangere quello che ti sei lasciato dietro perché se è rimasto indietro, nonostante la tua fatica di attesa, significa che non voleva accompagnarti nel tuo viaggio.

Tutto questo è incorniciato da due coordinate: la strada e la casa.

È lo stile di Gesù: che è quello di ogni amore e di ogni educazione:
camminare insieme (strada) e rimanere al fianco (casa).

Strada è dire “cammino con te: cammino al tuo fianco, ti incoraggio, ti aiuto, ti aspetto e ti concedo il tempo che ti serve”.
Casa è dire “ci sono: puoi sempre tornare; qualunque cosa succeda”.
Strada e casa dicono insieme: nessuno però può fare la strada per te.
Devi camminare con le tue gambe perché è la “tua” strada.

La strada è la parte maschile/paterna di Dio e quindi della Vita che spinge a camminare, a diventare grandi, a essere responsabili.
La casa è la parte femminile/materna che c’è sempre ad accogliere, comunque, al di là di quello che avremmo fatto o dove saremo stati.

Il pericolo della strada è di essere dei vagabondi, il pericolo della casa è di rimanere dei bambini.

Il Dio di Gesù Cristo è il Dio dell’essenzialità.
La folla sta ai discepoli, per noi oggi la religione sta alla fede, come l’innamoramento sta alla convivenza quotidiana di coppia.
Questione di essenza che regge all’esame della piatta quotidianità.
Proprio per questo la fede è comunitaria e non solo personalistica perché come l’amore può essere proclamato, può essere emozionante, ma è vero solo se diventa gesto concreto condiviso.
Quindi, tu solo puoi farcela, ma non puoi farcela da solo.