crocifissioneVANGELO

Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, [dopo che ebbero crocifisso Gesù,] il popolo stava a vedere; i capi invece deridevano Gesù dicendo: «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto». Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell’aceto e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». Sopra di lui c’era anche una scritta: «Costui è il re dei Giudei». Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!». L’altro invece lo rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male». E disse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».

RIFLESSIONE

24 novembre 2013

BRACCIA LUNGHE
34ma domenica del Tempo Ordinario C
Solennità di Cristo Re dell’Universo

Quando una persona è tirchia noi diciamo “ha le braccine corte”.
Il crocifisso è esattamente il contrario: ha le braccia spalancate, potremmo dire che Gesù è un uomo dalle “braccia lunghe”.

In questo è talmente unico da celebrarlo come “re dell’universo”:

un re che non ha una corona d’oro ma di spine, di quelle spine che lacerano il nostro cuore;

un re che non sta su un trono di velluto ma abbraccia una croce, la nostra croce, quella che pesa sul nostro cuore quella piena di schegge che feriscono e bruciano;

un re che non abita un palazzo ma la crudeltà della realtà dei nostri bisogni, debolezze, colpe, dubbi, crisi, fragilità;

un re che non fa il giudice ma è un condannato a morte, cioè abita le lacrime dense degli abissi del fallimento.

La sua “sovranità” è slancio d’amore reale e regale e lo ha compreso bene il ladrone (più furbo che “buono”).
È il primo santo canonizzato: “oggi sarai con me in paradiso”, anche se noi avremmo molto da ridire visto chi era.
Questo tipo decisamente poco raccomandabile si gioca una vita intera burrascosa in una manciata di secondi:
ma non è troppo comodo?

Scatta qui un difetto della nostra mente:
frullare rumorosa contando gli zeri e le cifre, valutando sempre e solo costi e ricavi (forse perché pensiamo che tutto si possa comprare).
Il cuore innamorato invece regala e si regala.
In questo senso Gesù è Re e ci insegna ad essere “regali”.

Il ladrone ha saputo riempire di vita un tempo di morte, ha saputo dare “valore” all’abisso di miseria di quell’attimo quando tutti ne cercavano “il prezzo”: “se sei il Cristo…”
Sapeva di essere un fallito (“noi ce lo meritiamo…”) ma il suo essere un nulla è stato trasformato e reso prezioso.

Questa è la “politica” di questo re.

È solo il cuore che può trasformare la realtà:
quanti anellini da bancarella dicono amori immensi e quanti gioielli di alta oreficeria dicono solo triste apparenza.
È l’incantesimo che solo un cuore innamorato può fare:
dare un valore grandissimo ad una cosa da nulla e di poco prezzo.

Cristo Re non ci vuole sudditi ma uomini dalle “braccia lunghe”
che stanno attaccate solo a un cuore grande e a una mente aperta.
Le braccine corte trattengono, le braccia lunghe abbracciano.

In 2.000 anni non c’è stato peccato, fallimento, colpa, errore che abbia fatto chiudere, incrociare o accorciare quelle braccia spalancate sulla croce. Tanto lunghe da dover essere inchiodate.

Chiediamogli di insegnarci ad essere “regali”:
essere “regali” nel senso di imparare il suo stile di essere Re, essere “regali” nel senso di essere dono.

Questa è la vera nobiltà: il coraggio del ladrone di giocarsi la vita cioè è il credere di poter riempire di vita un orizzonte di morte, trasformare una condanna in una occasione di paradiso ritrovato, far arrivare al posto di una sberla attesa una carezza immeritata, vedere una perla nascosta in un’acqua intorbidita e inquinata.

“Ricordati di me”, prega la paura.
“Oggi sarai con me”, risponde l’Amore.
Sta in queste due frasi il senso di ogni preghiera dell’uomo e la sintesi di ogni risposta di Dio.