VANGELO DI RIFERIMENTO

Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, mentre Gesù partiva da Gèrico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio di Timèo, Bartimèo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!». Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». Chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio! Àlzati, ti chiama!». Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù. Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Va’, la tua fede ti ha salvato». E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada.

RIFLESSIONE

28 ottobre 2012
DUE MINUTI PREZIOSI
30ma domenica del Tempo Ordinario B

A Lourdes, su un sentiero che porta alla Grotta, c’è un monumento che raffigura un cieco. Sul basamento c’è inciso: “Ritrovare la fede è più che ritrovare la vista”.

Bartimeo il cieco è uno dei tanti disgraziati di questo mondo, ma se lo guardiamo bene ci assomiglia tanto: tutti siamo mendicanti, ciechi, che cerchiamo e aspettiamo, avanziamo a tentoni nel buio della vita e del cuore elemosinando un domani più bello, attimi di serenità, esperienze migliori, occasioni straordinarie.

La straordinarietà di Bartimeo è che nel caos di voci e passi incerti percepisce la presenza di Gesù.
Non lo vede, non lo conosce. Lo intuisce solamente.
Ciò che c’è intorno lo vuole frenare, lo scoraggia, lo blocca.
Tutto e tutti gli dicono che è inutile incontrare Gesù: a cosa ti serve? tanto non cambia niente!
Gesù si ferma e Bartimeo si muove.
Salta in piedi, rischiando di inciampare e cadere.
Non vede ancora e si mette a correre. Contraddizione.
Altro dettaglio particolare: butta via il mantello.
Per un mendicante il mantello è tutto quello che ha, è la sua garanzia di vita, è la sua casa per dormire la notte.
Non vede e getta il mantello non sa dove. Contraddizione.

Salta nel buio e Gesù gli dice: “Che vuoi che io ti faccia?”.
Questa domanda può sconvolgere il nostro modo di vedere: Gesù chiede di fare la “nostra” volontà.
Se non si fosse gettato, se non avesse affrontato il suo buio, mettendo in conto anche di inciampare e di cadere,
Bartimeo non avrebbe mai incontrato Gesù.

Mi piace tanto una bellissima frase del poeta francese Bernanos: “La fede non è altro che 24 ore di dubbio meno 2 minuti di speranza”.
Gesù non si spaventa del nostro buio e delle nostre cadute.
Cogliamo oggi, qui, quel: “Coraggio! Alzati! Ti chiama!”.
Però noi dobbiamo sapere cosa volere.
Non ci devono spaventare le 24 ore di buio della nostra fede ma ci devono far saltare in piedi quei 2 minuti di speranza.

La fede non è una teoria ma una scommessa.
La lettera agli Ebrei (2a lettura) ci offre come parallelo al cieco un uomo dall’occhio penetrante: il sommo sacerdote Melchisedek.
Un altro uomo che vive nel segno della contraddizione.
Siamo nelle prime pagine della Bibbia, al tempo di Abramo.
Il sacerdote offriva animali sgozzati ai diversi Dei per espiare il male: le offerte erano così considerate sacre e intoccabili.
Qui non c’è violenza e sangue, ma pane e vino. È un non violento.
Non c’è più l’agnello sgozzato ma un pane spezzato.
(Esattamente il cambio che Gesù farà nell’ultima cena parlando di sé).

Abramo è il guerriero vincitore che torna dalla guerra e Melkisedek ha un nome che in ebraico significa “re di pace”.
Abramo è riconosciuto come padre dalle 3 grandi religioni (ebraismo, cristianesimo, islam), tre divisioni in nome di Dio, Melchisedek si presenta come il sacerdote di un solo Dio: il creatore, l’Altissimo, ciò che è al di sopra di ogni divisione e porta all’unità.
Melchisedek prende l’offerta sacra destinata a Dio e la offre a Abramo: l’espiazione diventa comunione, l’intoccabile diventa condivisione, il sacrilegio diventa benedizione, il tempio diventa la strada.

Melchisedek e Bartimeo sono 2 uomini che vivono di contraddizioni.
Melchisedek, l’uomo dall’occhio penetrante, capovolge lo scontato.
Bartimeo, il cieco che corre, capovolge il buio. Ci insegnano a capovolgere il nostro dubbio per far uscire i 2 minuti di speranza.

Non è necessario fare cose straordinarie o cambiare chissà cosa, basta sapere cosa volere. Gesù chiede: “cosa vuoi che io ti faccia?”.
Avere fede è imparare a ribaltare il modo di vedere la realtà.

Un uomo non vedente stava seduto sui gradini di un edificio con un cappello ai suoi piedi ed un cartello dove c’era la scritta: “Sono cieco, aiutatemi per favore”.
Un tale che passeggiava lì vicino si fermò e notò che il cieco aveva solo pochi centesimi nel suo cappello.
Si chinò, non versò delle monete, ma prese il cartello, lo girò e scrisse un’altra frase. Dopo qualche ora ripassò e notò che il cappello era pieno di monete e banconote.
Il non vedente riconobbe il passo dell’uomo: chiese se fosse stato lui ad avere modificato il suo cartello e cosa avesse scritto.
Rispose: “Niente che non fosse vero.
Ho solo riscritto il tuo in maniera diversa”, sorrise e andò via.
Il non vedente non seppe mai che sul suo cartello c’è ora scritto: “Oggi è primavera ed io non la posso vedere”.

“La fede non è altro che 24 ore di dubbio meno 2 minuti di speranza”.
Ma questo ribalta.