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Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza. Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non seminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro? E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita? E per il vestito, perché vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora, se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, non farà molto di più per voi, gente di poca fede? Non preoccupatevi dunque dicendo: “Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?”. Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno. Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. A ciascun giorno basta la sua pena».

RIFLESSIONE

2 marzo 2014

ESSENZIALITÀ E RAFFINATEZZA
8a domenica del Tempo Ordinario A

Se due persone si scambiano un euro, io a te e tu a me,
rimangono con un euro ciascuno. Non cambia nulla.
Se due persone si scambiano un’idea
si trovano con 2 idee ciascuno. Raddoppiano.

Ogni giorno spargiamo attimi di vita ovunque.
La vita sfugge tra le mani, come sabbia o come seme.
Il gesto è il medesimo, ma il risultato è diverso:
se hai nelle mani sabbia, tutto viene perso,
se hai nella mani semi, tutto viene fecondato.

Un agricoltore vinceva ogni anno il primo premio di qualità.
In molti analizzarono segretamente il suo grano e il terreno
per scoprire quali speciali additivi o che trucchi usasse.
Finché un giorno un giornalista glielo chiese direttamente.
Egli, con molta sincerità e semplicità rispose:
“Scelgo con attenzione e premura i semi migliori
e questi ogni anno li regalo ai contadini del vicinato”.
Donando il meglio ci guadagno io: il vento solleva il polline
e lo trasporta da un campo all’altro. Così lo riporta nel mio.
Se i miei vicini coltivassero un grano di qualità inferiore,
l’impollinazione incrociata impoverirebbe il mio raccolto.
Donare qualità, porta qualità”.

Dio ci insegna oggi la logica del “donare qualità”.
Per questo si presenta come il grande seduttore.
“Se-durre” significa etimologicamente “condurre a sé”.
Il contrario di sedurre è “mani-polare”: “plasmare per me”.

L’amore seduce: porta l’altro dentro la vita (“com-unione”).
L’interesse manipola: usa l’altro come mezzo per star bene.

Il Vangelo scende a un esempio molto pratico: la ricchezza.
Nel Vangelo Gesù dice 4 volte “non affannatevi” a noi
che viviamo minacciati dall’ansia nutrita da mille paure.

Interessanti sono i due esempi che Gesù porta:
l’essenzialità del cibo e la grazia del bel vestito.

Il necessario deve essere sempre unito alla raffinatezza:
non è questione solo di mangiare, ma di gustare,
non è questione solo di vestirsi, ma di essere eleganti.

Se Dio veste più elegantemente di un re un semplice giglio
(che ha vita breve, è solo decorativo e di valore misero)
dovremo farci un serio esame di coscienza sul nostro stile,
che non è quello del vestiario, ma dell’essere e proporsi.

Il “vestito” che Gesù ci fa scoprire oggi è la nostra “pelle”:
ci vuole occupati, ma non preoccupati (è ben diverso),
ci sogna attivi, come è lui, e non agitati e bramosi,
ci desidera previdenti, ma non ansiosi e ansiolitici,
ci insegna a prendere cura, non a inquietarci e inquietare.

Dio è così: è padre e madre insieme.
Isaia (1° lettura) parla di Dio come una mamma
che non può dimenticarsi di suo figlio
e il Vangelo parla di Dio come padre attivo e premuroso.
La fattività del padre va insieme alla tenerezza della madre.
In ogni vita, in ogni situazione. Questo è “donare qualità”.

L’antitesi di questa armonia di poli, è la lotta tra i 2 padroni.

In questa domenica di carnevale, togliamoci le maschere
e guardiamo allo specchio il nostro volto. Per quello che è.

Ciò che sono è il seme di qualità da regalare.
Essenzialità e raffinatezza. Donare qualità, porta qualità.
Evitiamo il rischio di essere arida sabbia che scivola via.

Lasciamoci provocare da questo aforisma del Dalai Lama:
“Ero intelligente e volevo cambiare il mondo.
Ora sono saggio e sto cambiando me stesso”.