resurrezioneVANGELO

Dal Vangelo secondo Giovanni

Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.

RIFLESSIONE

20 aprile 2014

LA SORPRESA DELL’UOVO DI PASQUA
Pasqua

Se cercassimo un’immagine di serenità, ad un Gesù morto,
ucciso su una croce, sarebbe preferibile un Budda sorridente.

L’annuncio di Pasqua sorge da una tomba: il luogo della morte,
il luogo dell’assenza, il luogo del silenzio, la culla del buio.
Ma è una tomba visitata, dove mani delicate portano aromi.

“È impossibile, sentenziò l’orgoglio.
È rischioso, specificò l’esperienza. È inutile, tagliò la ragione.
Provaci, sussurrò il cuore” (filastrocca tradizionale cinese).

Il masso dei dubbi, delle nostre fragilità, delle nostre ferite
resta, grosso e pesante, ma è “spostato”.
Gli apostoli che vanno al sepolcro non trovano una certezza,
ma una scommessa: la pietra è stata spostata.

Cristo non ti dice: riuscirai a distruggere a pezzi il masso! No!
Cristo non ti dice: ti libererai dal peso che ti schiaccia! No!
Cristo ti dice invece: “L’ho fatto io per te. Te l’ho un po’ spostato.
Non aver paura! Tu devi solo uscir fuori”.

È questo il senso del bellissimo simbolo pasquale dell’uovo:
rompi il tuo guscio, lotta per venire alla luce, apriti alla vita!

Gli antichi vedevano nel guscio il sepolcro,
nel bianco dell’uovo la luce di Dio, l’alba dopo la notte buia,
nel giallo la vita nuova: la “sorpresa”.

La risurrezione ci fa guardare alla vita come ad una sorpresa,
convinti che nulla ci può più spaventare o schiacciare
perché la morte ha perso il privilegio di dire l’ultima parola.

Siamo noi la sorpresa dell’uovo della vita che oggi Dio ci ridona.
E la vita è buona ed è tutta da gustare, ci dice Dio, proprio come
simboleggiano le uova di cioccolato o quelle benedette.

Qualcuno fa risalire l’etimologia di “amore” proprio a questo,
risalendo al latino “a-mors” letteralmente “non morte”.
L’amore è ciò che non muore, la non-morte.

Disse un grande teologo: “Ciò che rimane dell’amore umano
è ciò che di divino vi era in esso” (H. U. Von Balthasar).

Per noi è facile cadere nella logica: mors tua, vita mea.
La logica di Gesù è il contrario: mors mea, vita tua.

Tutte le religioni dicono che c’è una vita dopo la morte,
Cristo Risorto si spinge più oltre: c’è vita oltre la vita.
Non è un traguardo in un futuro incerto, ma un “salto di qualità”,
qui e adesso. In ebraico “pasqua” significa proprio “salto oltre”.

È la sfida dell’amore, la sfida della non-morte, è la sfida di Dio.
È la vita che non smette di darti strade per camminare
anche quando tu non hai più voglia di muoverti.
È la vita che non smette di darti le stelle
anche quando tu non hai più voglia di guardare il cielo.
È la vita che non smetterà di far crescere i fiori,
anche se tu li comprerai di plastica per non vederli appassire.
È la vita che non smetterà di dar luce ai tuoi occhi,
anche quando tu insisterai a vedere solo ombre e macchie.
È la vita che non smetterà di darti fiducia,
anche quando non l’avrai più nemmeno per te stesso.
È la vita che non smetterà mai di volerti bene
e tu non potrai impedirglielo.

Il Vangelo descrive questo in un dettaglio contraddittorio:
Maria si recò “di buon mattino – quand’era ancora buio”.
Resurrezione è la vittoria della pallida alba sulla dura notte nera.
“L’alba è un residuo di sogno e un inizio di pensiero” (Hugo).
L’inizio di pensiero è la sorpresa di una nuova primavera di vita.
Questa è Risurrezione. Questo è quello che ci auguriamo.