VANGELO DI RIFERIMENTO

Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, molti dei discepoli di Gesù, dopo aver ascoltato, dissero: «Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?». Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo, disse loro: «Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima? È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. Ma tra voi vi sono alcuni che non credono». Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E diceva: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre». Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui. Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete andarvene anche voi?». Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio».

RIFLESSIONE

26 agosto 2012

LASCIARSI ABBRONZARE
21ma domenica del Tempo Ordinario B

Quando ti metti al sole per abbronzarti, non devi chiedere al sole “ti prego, sole, abbronzami!”, così come non è necessario conoscere le leggi della scienza del movimento dei pianeti e della velocità della luce.
Tu puoi essere affaccendato in mille cose senza pensare al sole, ma se ti sei messo davanti a lui, il sole ti abbronza.

La stessa cosa succede con Dio e con la fede.
Non è affatto casa strana che in ogni cammino di fede si incontrino tappe di vuoto, di smarrimento per le quali ci troviamo ad essere indifferenti e staccati verso Dio, verso la Chiesa e verso i discorsi spirituali.
Così come non è strano che in materia di fede qualche dubbio possa assillarci: ma Dio esiste davvero? si è fatto uomo? è presente nell’Eucarestia?

Non è strano e non è raro. Capita a tutti, anche a me prete.
Non importa quanti e quali studi uno abbia fatto di teologia.
Non è grave nutrire un dubbio. Grave è chiudersi e lasciarsi soffocare.
Ancor più grave è essere impermeabili e non lasciarsi interpellare.

Non confondiamo i due piani. Un conto è capire il sistema solare, altro è lasciare che il sole ogni giorni muova, scaldi e faccia vivere il nostro pianeta. Non serve sapere e capire il “come”.
Anche se non pensi mai al sole, lui ti permette di vivere ogni giorno.

Noi puoi guardare dritto in faccia al sole, ma il sole ti permette di vedere ogni cosa. Così è con Dio.

In tutti i casi, comunque, seguire Gesù non è facile.
La proposta di Gesù è senza dubbio esigente.
Lui non fa sconti, non smussa gli angoli della sua teoria.

Però Dio ci lascia liberi, Dio ci vuole liberi.
Una fede che fosse in qualche modo obbligata non ha alcun valore.
Ed è per questo che lui, non dice nulla, ma in silenzio sta inchiodato, con le braccia allargate per accogliere tutti, anche quelli che se ne vanno, come il sole che se ne sta con i raggi spalancati per abbronzare chi è davanti a lui, anche se fa tutt’altro, se pensa a tutt’altro e non alza mai gli occhi al cielo.

C’è chi però il sole l’ha fatto brillare dentro di sé. Sono i Santi.
Pensiamo ai nostri patroni, ai santi più nostrani, quelli che non erano papi, vescovi, preti o suore, ma quelli che da laici hanno preso in mano la loro vita con la fatica di tutti a credere e a vivere.
Essere santi significa essere al meglio e dare il meglio dove sei, come sei, con chi sei, e con la vita che hai.
Essere santi non è fare cose straordinarie o eroiche ma è fare straordinariamente bene le cose di tutti i giorni.

Oggi nella mia città di Bergamo festeggiamo il patrono: Alessandro.
Sappiamo solo che era un soldato romano e che morì martire perché non obbedì al comando dell’imperatore di sacrificare agli idoli.

Fu un soldato, cioè fu un uomo del suo tempo, inserito nella vita concreta dell’impero romano.
È la qualità, il valore, la vocazione dell’essere laico.
Tra le diocesi della Lombardia, Bergamo è l’unica ad avere un Santo Patrono laico, cioè che non sia un vescovo o un prete.

Questo diventa per noi invito forte oggi a prendere sul serio la nostra vita quotidiana, le nostre scelte e le nostre decisioni.
i nostri affetti e i nostri sentimenti.

Noi oggi siamo apparentemente più “cattolici” di Alessandro ma siamo meno “cristiani” di lui.
È molto diverso “fare” il cattolico ed “essere” cristiano.
Si tratta di prendere sul serio il Vangelo che è Gesù Cristo e di cercare di metterlo in pratica giorno per giorno.
San Paolo dirà: “fare nostri i sentimenti di Cristo!”

La radice della coerenza cristiana sta nella cura dell’interiorità.
Solo una vera e profonda interiorità, sostenuta dal Vangelo, ci permetterà di prendere sul serio la nostra vita.
Prendi sul serio il Vangelo, per prendere sul serio la tua vita.
Sfoglia ogni tanto una pagina di Vangelo per leggere la tua vita.

In questi giorni si nota subito chi è stato al sole dall’abbronzatura.
Sempre, il sole lascia la sua traccia. Anche il sole della grazia.
Impariamo anche ad abbronzarci interiormente: basta poco, basta ritagliare angoli di tempo per metterci davanti a lui.
Noi dobbiamo solo spogliarci. Al resto ci pensa lui, il sole.