MontserratIn occasione del Capodanno 2005, abbiamo fatto visita al monastero di Montserrat. Il complesso sorge a 720 metri sulla montagna del Montserrat, raggiungibile per strada o per mezzo di una teleferica, in partenza dalla stazione Aeri de Montserrat, oppure in un paio d’ore a piedi, percorrendo l’antico sentiero che comunica con il fondovalle.

Montserrat, letteralmente montagna seghettata, è un massiccio montuoso, una straordinaria mole di pietra dalle forme arrotondate che spicca in maniera del tutto peculiare tra la pianura del Bages e la depressione litoranea, circa 60 km ad ovest di Barcellona. In questa località magnifica fu fondato un monastero benedettino nell’anno 1025; dal XII secolo vi si venera l’immagine della Vergine Moreneta, la Madonna nera, chiamata Vergine di Montserrat, patrona della Catalogna, che secondo la leggenda fu scoperta in una caverna.

Il nome Montserrat (abbreviato Montse), è un nome femminile molto comune in Catalogna. Luogo di una bellezza spettacolare nel comune di Monistrol de Montserrat , importante centro della cultura catalana, di cui rappresenta un simbolo, nonché un importante sito di pellegrinaggio e turismo. Si trova a circa un’ora di treno da Barcellona o ad un’ora e mezza di autobus, sempre da Barcellona.

Chi vuole andarci in auto deve pagare un pedaggio per salire fino al complesso. Giunti sul posto, al seguito di una visita guidata organizzata dall’albergo dove eravamo ospiti, ci avviamo verso la basilica de Santa Maria, subito accolti dal suono delle otto campane, che con il loro rintocco armonioso riuniscono nella basilica per le celebrazioni monaci, cantori, pellegrini e turisti.

Molto bello il portale di ingresso alla Basilica che è racchiusa all’interno dell’abbazia ed è raggiungibile attraversando il chiostro gotico del 1460, che funge da atrio. Il chiostro, opera dell’architetto Josep Puig i Cadafalch, è costituito da due piani sostenuti da colonne di pietra. Il piano inferiore comunica con il giardino che dispone di una fonte nella parte centrale. Intorno alle pareti del chiostro si vedono peces antiche, alcune del X secolo.

Siamo venuti qui per visitare il luogo e per partecipare alla messa di Capodanno: il monastero conserva la tradizione del canto vocale con la celebre “escolania”, la più antica scuola monastica d’Europa dedicata al canto corale dei monaci.

Vi è anche un notevole coro di voci bianche, specializzato nel canto gregoriano. È costituito da 50 voci bianche che intonano giornalmente il Salve e il Virolai, in onore alla Madre di Dio. D’età compresa tra i 10 e i 14 anni, essi vivono nel monastero dove studiano normalmente, oltre a ricevere una solida formazione musicale.

Salvo nel mese di luglio e nel periodo di Natale, si possono ascoltare tutti i giorni all’una, dopo la messa del convento, e alle sette di sera, dopo l’Angelus. In questi giorni di feste natalizie però non lo possiamo ascoltare perche i ragazzi, hanno fatto ritorno alle loro famiglie. La liturgia officiata dai monaci è molto suggestiva sostenuta dal coro a quattro voci in modo veramente eccellente.

Al termine della funzione religiosa ci mettiamo in fila per andare a visitare la statua della Madonna de Deu de Montserrat, posta sopra l’altare maggiore: vi si accede tramite un percorso che parte dal chiostro e dopo aver attraversato un portale in alabastro scolpito con scene della Bibbia si sale per una scala fino a giungere alla nicchia in cui è posta la statua della Vergine.

La statua di Maria attualmente venerata è una scultura lignea romanica del XII secolo. Misura circa 95 cm di altezza e rappresenta la Beata Vergine Maria con il Bambin Gesù. Nella mano destra la Madonna regge una sfera che simboleggia l’universo, mentre Gesù, sempre con la mano destra, benedice e nella sinistra regge una pigna. Ad eccezione dei volti e delle mani, l’immagine è dipinta d’oro, mentre la Vergine è rappresentata con volto di carnagione scura, cosa che le è valsa il soprannome popolare di “moreneta”.

La fede e la devozione, molto forte e sentita, dei pellegrini intorno a noi, ci stupisce e ci interroga. “Ora et labora” è il motto dell’ordine di San Benedetto, che presiede la vita del convento. Lo studio e la ricerca nell’ambito storico, musicale e religioso riassumono il lavoro portato avanti dall’ottantina di membri che formano la comunità benedettina attuale, la cui produzione editoriale è copiosa e molto antica.

La prima tipografia della Catalogna s’installò qui nel 1499, e da allora in poi l’abbazia non ha smesso di pubblicare libri e riviste di tutti i tipi. Tra le molteplici pubblicazioni spicca la cosiddetta Bibbia di Montserrat, una magnifica traduzione dei testi sacri con annotazioni e commenti fatti dai monaci..

Tornati all’esterno riprendiamo la visita al complesso, inizialmente solo accennata. Il complesso è costituito da due blocchi di edifici: da una parte la Basilica del XVI secolo, con la cappella che custodisce la santa patrona e le dipendenze dei monaci, dall’altra gli edifici destinati ad accogliere i pellegrini e i visitatori: bar e ristoranti, negozi di souvenir e un albergo.

Il monastero è dotato di: noviziato, biblioteca, refettorio, cisterne, ospizio e stamperia. Molto importanti sono la biblioteca che conserva circa 400 incunaboli e 2000 manoscritti e il Museu de Montserrat che consta di una pinacoteca, un’area di arte orafa, l’esposizione Nigra sum, una sezione dedicata all’Oriente biblico e quella di pittura e scultura moderne.

MontserratPercorrendo le sale della Pinacoteca del Montserrat, incontriamo una serie di quadri e di autori, che mai pensavamo di trovare in un luogo come questo. Certamente dall’esterno non si ha l’impressione di un grande museo, ma è sicuramente uno dei pochi che così in poco spazio, ci dà la gioia di ripercorrere le correnti artistiche che vanno dal XIII secolo ai giorni nostri. Romanico, Gotico, Rinascimentale, Manierismo, Barocco, Impressionismo, Realismo, Post impressionismo, Cubismo, Modernismo ed altro. Con autori di tutto rispetto, citiamo soltanto alcuni del calibro di Picasso, Salvador Dali, Auguste Renoir, Monet, Miro’, il grande Caravaggio, El greco, Tiepolo, ecc. Passeggiando tra le sale del museo, incontriamo anche Egittologia, Ebraismo, Arte Greca, Romana, Icone Bizantine…. e molto altro.

Per soli 5 Euro possiamo vedere usi e costumi un periodo storico che va dal 2000 a.c, ai giorni nostri. Le escursioni e passeggiate che si possono fare in quest’ambiente unico riservano diverse sorprese al visitatore.

Il cammino fino alla Santa Caverna (Santa Cueva) è un sentiero perfettamente segnalato, che presenta vari dislivelli; lungo il chilometro e mezzo circa del percorso si trovano quindici gruppi scultorei, che rappresentano i misteri del rosario della Vergine. Due eremi situati nei punti più elevati della catena montuosa offrono paesaggi spettacolari: quello di San Giovanni e San Gerolamo. Entrambi si possono raggiungere in due funicolari diverse, che sarrampicano lungo la montagna quasi verticalmente. La montagna sacra della Catalogna s’identifica con l’essenza spirituale, religiosa, culturale degli abitanti della regione.

Avvicinarsi a questo paesaggio sarà vivere un’esperienza indimenticabile, quasi magica. Nel ritorno, riattraversando alcune pittoresche località della provincia, tra cui un ponte romano ottimamente conservato, la guida ci fa notare lungo la strada una grande sagoma nera raffigurante un toro, posta sulla sommità di una collina. E un’ex pubblicità, di un liquore per l’esattezza. All’epoca in cui uscì, 256 tori furono istallati in tutta la Spagna.

Qualche anno dopo, quando in Spagna fu vietata la pubblicità di liquori sulle autostrade, la maggior parte di essi vennero rimossi, ma quando l’ufficio del turismo si rese conto che quel toro veniva ormai associato a simbolo della Spagna stessa da qualsiasi turista, chiese al governo che ve ne fosse lasciata la sagoma nera.

Oggi questo è uno dei 56 tori, seminati qua e là per tutto il territorio nazionale, che fanno bella mostra di sé.

Un pò di Storia

Montserrat4La storia di Montserrat è iniziata nell’880 quando un piccolo gruppo di pastorelli vide una luce intensa scendere dal cielo sulle montagne di Montserrat. Nello stesso momento i bambini sentono gli angeli cantare e la musica ha riempie i loro cuori di una grande gioia. Travolti da quanto accaduto i bambini corsero a casa per raccontare freneticamente la loro esperienza ai genitori.

I genitori erano scettici ma sapevano che i loro ragazzi erano attendibili ed onesti e così andarono nel posto in cui i ragazzi ebbero la visione per vedere il perché di tutta quella confusione. Per tutto il mese che ha seguito la prima apparizione i genitori furono anche loro testimoni delle stesse esperienze divine e ne hanno tratto un’unica conclusione.

Le visioni erano un segno di Dio. Un parroco del posto fu condotto sulla scena e testimoniò alle stesse esperienze come i ragazzi ed i genitori. Quando questa grotta venne esplorata dai vecchi religiosi della comunità, essi trovarono un’immagine della Vergine Maria. Il vescovo seppe del ritrovamento e cercò di far trasportare la piccola statua a Manresa, ma non gli fu possibile perché la statua divenne troppo pesante.

Perciò il vescovo interpretò questo segnale come il desiderio della Vergine di rimanere nei pressi del luogo del ritrovamento e perciò ordinò la costruzione del santuario. Sin dall’888 esisteva sulla montagna di Montserrat un romitaggio.

Fu trasformato in monastero benedettino nel 1025 per volontà dell’abate Oliban di Ripoll e Cuxa. Il monastero crebbe e divenne indipendente nel 1410. Nel corso del XV secolo divenne famoso per i pellegrinaggi e per la ricchezza della sua biblioteca. Ebbe per abate il futuro papa Giulio II della Rovere, mecenate del Rinascimento, che lo arricchì di opere d’arte. Nel 1812 l’abbazia fu distrutta dall’esercito di Napoleone.

È storicamente provata la presenza al Monastero nel 1522 da parte di Sant’Ignazio di Loyola che qui maturò la sua conversione e proprio qui scrisse buona parte dei suoi “Esercizi spirituali”. L’11 settembre 1881, ricorrenza della Festa nazionale della Catalogna, papa Leone XIII dichiarò ufficialmente la Madonna di Montserrat patrona della Catalogna, oltre a beneficiarla di poter tenere un propria festività nel calendario, il 27 aprile.