VANGELO

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».

RIFLESSIONE

6 maggio 2018

QUANTO FA 1 + 1 ?

6a domenica del Tempo Pasquale B

Molte persone ti cammino “a fianco”,
ma solo chi ti vuole bene davvero ti cammina “dentro”.
E lo fa in punta di piedi.
Abbiamo vicino tante persone
ma abbiamo così spesso l’impressione di urtarci
perché siamo “appiccicati” e non “uniti”.
Il rischio, infatti, è incontrarsi spesso senza conoscersi mai,
stare insieme senza “onorarsi”.
Nel rito del matrimonio ci si promette in modo bellissimo
“di amarsi e onorarsi ogni giorno della vita”.

Cioè mi impegno non solo a darti il meglio (amarti)
ma soprattutto a ritenerti il meglio (onorarti) nonostante tutto,
comunque, ogni giorno, nella buona e nella cattiva sorte.
È molto più impegnativo “dare onore” che “amare”.
Oggi Dio ci dice: “Guardati intorno e renditi conto
che non è vero che uno più uno fa sempre due:
una goccia più una goccia fa una goccia più grande”. Una.
Se provassimo ad applicare le regole matematiche
ci accorgeremmo che nell’amore, nell’amicizia e nella fede
non funziona il “più” perché 1+1=2 e quindi non ci si fonde
(si è appiccicati e non uniti come le gocce).
Nell’amore, nell’amicizia e nella fede non funziona il “meno”
perché 1-1=0 e quindi ci si annulla.
Mi annullo e poi tutto si svuota, si scolora, si atrofizza.
Funziona solo il “per” perché 1×1=1. Si è uno “per” l’altro.
L’attuazione pratica di questo è la con-divisione, infatti 1:1=1.
(L’1 è ancora di più che unione, è “unità” perfetta e completa).
Amare è un gesto non solo etico, ma teologico.
In un attimo d’amore non solo diventi una cosa sola
e ti fondi come gocce con chi ami, ma anche con Dio.
Nel suo Vangelo Giovanni aveva riportato forti parole di Gesù:
“Sapranno che siete miei testimoni da come vi amerete”.
Il segno di riconoscimento non sta in croci, medaglie, riti,
santini o madonne, ma nello stile del volersi bene.
Del voler bene, del volere il bene dell’altro,
del voler volere, dello scegliere di volere il bene dell’altro.
Onorare, appunto, come noi diamo onore a Dio.
E nel brano che abbiamo ascoltato oggi si spinge ancora più in là:
“non vi chiamo più servi, ma amici”.
Il servo obbedisce, l’amico condivide.
Il servo sa quello che vuole il suo padrone,
l’amico sa quello che pensa, che sente, che prova.
Il Dio di Gesù Cristo è l’unico che si rivolge all’uomo
chiamandolo “amico”, comunemente nelle altre religioni
è il fedele, l’obbediente, il discepolo, l’adepto/scolaro.
La definizione più completa e più bella di Dio è: “Dio è Amore!”.
Amore dice ciò che Dio “è” e ciò che Dio “fa”.
Dio non sa fare altro mestiere che amare.
Per questo nella vita ogni istante d’amore invoca eternità.
Non è un amore astratto, platonico, irenico, dolciastro:
“non c’è amore più grande che dare la vita per i propri amici”.
Metterci vita, colorare di vita, assaporare la vita,
giocare attimi di vita, offrire istanti di vita, aprire sorrisi di vita.
Prendere gli amici come sono è troppo poco,
e prima o poi a questo ci si arriva per forza.
“Volere” gli amici per quello che sono: ecco il vero amore.
Ti onora davvero chi sa tutto di te e nonostante questo gli piaci.
L’essere presente nel cuore di qualcuno,
l’essere prezioso nella memoria di qualcuno,
l’essere importante nel futuro di qualcuno,
l’essere apprezzato per quello che si è e per come si è,
l’essere stimato nonostante quello che si è
questo e solo questo è il segreto di una gioia piena.
Perché questo è esattamente quello che Dio fa con noi:
“Vi ho detto questo la mia gioia sia in voi e sia piena”.
“Piena”: non a pezzetti, non a rate, non a lotteria.
Ecco perché tante volte non riusciamo a trovare Dio:
lui non è “a fianco” dove lo vorremmo,
lui fa molto di più, lui è “dentro”. E ci sta in punta di piedi.