groenladiaUno dei viaggi più interessanti da me fatti è quello che ho intrapreso con mio fratello Vanni a dicembre 2002. Partiti in auto dall’Italia per Monaco in germania per il volo SAS alla volta di Copenhagen dove passiamo la notte nel transit hotel, albergo dove le camere vengono affittate ad ore.Poi prosieguo per la Groenlandia Con un airbus 330 nuovo di zecca arrivo a Kangerlussuaq, dove abbiamo dormito 2 notti al locale ostello.Qui sensazione magica.Trovarsi in quel luogo dove pochissimi vanno .un pò per i prezzi astronomici, un pò perchè nessuno c’è mai stato e non ti dice di andarci,Noi per esempio ci siao andati perche avevo 2 biglietti gratis, altrimenti con il solo costo di essi avrei preferito fare un giro del mondo.Purtroppo però il biglietto andata e ritorno da Kangerlussuaq alla capitale Nuuk di un’ora circa di volo, lo abbiamo pagato al prezzo di un Milano Los angeles di 13 ore.Comunque,visto come ci è poi andata Col senno di poi possiamo dire;soldi spesi bene. A kangerlussuaq,dove atterrano i voli internazionali,dalla finestra dell,ostell,mi sono goduto decine di decolli ed atterraggi di aerei rossi quadrimotori dash deavilland costruzione canadese.la compagnia,naturalmente greenlandair,rossi,perche in caso di atterraggio non previsto tra la neve o i ghiacci ,sono facilmente,poi,individuabilii,4 motori,anzi che 2,perché viste le piste corte,si ha un miglior freno motore.Il cellulare funziona attorno a tutti i villaggi(ricordiamoci che é danimarca qui) Il tour con toyota fuoristrada,organizzato dal tipo dell’ostello,é durato circa 4 ore,sicuramente unico ed indimenticabile.A mezzogiorno dalla vetta di una collina la guida ci ha mostrato il sole all’orizzonte,poi piu’ in la’ a piedi sul pak,ghiaccio per centinaia di km a est e a nord,ghiaccio azzurro e colori vari,colline da noi scalate con grandi scivoloni fatte solo di ghiaccio.Qualche km piu all’interno c’é una pista dove la wolkswagen viene a testare le proprie auto.Loro vengono d’estate,ma durante l’inverno 2 tipi che vivono in container riscaldati,devono rimanerci per mantenere il tracciato praticabile,Dunque,questi due disgraziati,moriranno di solitudine,di freddo e chissa’ qual’e’ la paga.Ma chi glielo fa fare, certo che e’ meglio che avere la pena di morte negli usa o l’ergastolo. Al ritorno ci fermiamo accanto ad un ghiacciaio con colori molto suggestivi,poi ai rottami di un piccolo aereo jet da guerra precipitato, Un piccolo frammento ora si trova nella mia bacheca in Versilia dove abito. Abbiamo avvistato una volpe artica,e il musk oakx o bue muschiato,Vanni dice che fa parte della famiglia delle capre,in effetti è grosso come meta’ mucca e con tanti peli per il freddo,spesso questi rimangono imprigionati con gli zoccoli nel ghiaccio e lì muoiono,non riuscendo più a procacciarsi il cibo.Le cornacchie sono in tutte le parti del mondo io vada,In Australia,ad Inuvik al nord del Canada,alle Svalbard alla terra del fuoco, e naturalmente anche in Groenlandia. Al costoso ristorante all’aeroporto,dopo aver mangiato carne di musk oakx Vanni decide di acquistare una bottiglia di vino (io sono astemio) ma,malgrado sia buono,se ne e’ pentito poi amaramente visto il prezzo di circa 100 euro, Ma se ne é pentito doppiamente quando il giorno dopo l’ha visto al duty free a 30 euro a soli 50 metri di distanza dal ristorante. Appena fuori dalla sala d’aspetto dell’aeroporto grosso blocchi di ghiaccio ci hanno impressionato,larghi 1 metro alti 3 e lunghi7,li tagliavano con le normali motoseghe con la lama lunga e visto che la luce del giorno a novembre dura circa 6 ore,l’illuminazione era data da fari puntati sui ghiacci che da li a poco sarebbero serviti per la costruzione di un piccolo albergo per turisti,con tanto di comodini,materassi bicchieri seggiolini tavolini fatti di ghiaccio, proprio come fanno in lapponia,poi sborsi almeno 200 euro per dormirci al freddo una notte. Ha dimenticavo,abbiamo anche provato le ebrezza di sederci sul tetto del toyota e andare sul ghiaccio di un lago. Che impressione poi,quando nel silenzio si sentivano le crepe che si protraggono per centinaia di metri provocando un rumore da oltretomba.Ha,naturalmente la guida ci allerta a non buttare la cicca della sigaretta perterra ovunque noi siamo,ancha se non ci riguarda visto che noi preferiamo spender soldi in viaggi anzi che in droga.Lui si, fumava e tenendolo d’occhio,abbiamo poi visto,che realmente il suo cadavere di sigaretta lo depositava in tasca. C’e’ un villaggio verso il sud dal nome simpatico,io e Vanni lo nominavamo sempre,Quaqqortoqq,avrei voluto visitarlo solo per il nome. Non mi sembrava sufficiente visitare per (forse)l’unica volta nella vita la groenlandia ed andare solo in una citta’,allora con notevole spennaggio di portafoglio, voliamo alla capitale Nuuk, sperando che ci sia il sole e che possiamo fare whale waching (avvistamento balene).Il quadrimotore rosso atterra prima in una pista che credo sia lunga come il mio giardino di casa,naturalmente,pista ghiacciata,ci fanno scendere per20 minuti a Sisimiut e cosi anche all’aeroporto successivo a Manitsoq prima di arrivare a buio a Nuuk.Con un taxi percorriamo i 5 km che ci separano dalla citta’ Qui i cellulari possono essere usati anche su una frequenza in fm e dunque come dei CB, ossia parli schiacciando un tasto con un’altro apparecchio ma solo se lui ha l’esatta frequenza. Lunico albergo a basso prezzo e’ ancora,l’ostello,ma questo,ha una particolarita,e’ occupato da una persona che ha fatto del grande stanzone con 7 letti a castello una sua proprieta mettendo vestiti appesi ad asciugare, le sue cose personali ovunque,odor di fumo e portaceneri pieni,Vabbé,sopportiamo dice Vanni, avremmo dovuto passarci solo 2 notti. Circondati da un metro di neve,la temperatura all’indomani era di circa meno 15,non freddo per i locali,abituati ai meno 40,noi per fare una passeggiata ci siamo imbaccuccati come puoi immaginare.La barca per l’avvistamento delle balene quella mattina non partiva per il mancato raggiungimento del numero minimo.Mannaggia.Allora decidiamo di fare unna camminata al porto lo stesso. Tutte le barche grandi e piccole erano ricoperte di neve e molto colorate sulle fiancate di rosso ferrari,per fortuna il sole e il sereno ci allietavano la visuale,l’unico che col suo cane ha fatto visita alla sua barca,non usciva in mare,peccato ci poteva dare un passaggio. poi demoralizzati ci incamminiamo sul molo indietro verso la citta quando un’ altro uomo,questa volta un eschimese,viene verso il suo motoscafo innevato,io ci provo anche con lui,parla poco l’inglese,ma ci capiamo.Vorremmo fare un giro in barca con lui e magari vedere le balene,pagando naturalmente. Il tipo annuisce e ci porta con lui. Li per li eravamo contenti,ma poi pensandoci bene di andare con uno a caso chissa dove,avremmo potuto anche non tornare piu, 3 minuti nell’acqua e sei morto.Il tipo ci fornisce di 2 tute soppravivenza color arancione che indossiamo volentieri, in barca c’é vento gelido,siamo gli unici ad uscire dal porto quel giorno.Dopo aver fatto il pieno di benzina e di proiettili per i 2 fucili(anche li’ abbiamo pensato,adesso questo ci spara e ci butta in acqua)partiamo a tutto gas e lo scenario delle montagne del fiordo,con le case colorate della citta’,l’acqua piatta, e’ fantastico. A costo di ghiacciarmi le mani ho filmato il tutto con la mia panasonic mini dv. Ci addentriamo per circa 15 km nel fiordo nord,quello che vediamo e’unico,e man mano, capiamo che l’eschimese non ci vuol far fuori,ed e’ amichevole e gentile con noi,il tutto sembra magico.Montagne ai lati con ghiacciai immensi illuminati dal sole e riflessi di incantevole bellezza,l’acqua naturalmente incontaminata di color blu,alcuni iceberg di contorno,ad un tratto il tipo ci dice di cercare una boa rossa che aveva messo il giorno prima, trovata, scopriamo che sotto ci sono almeno 100 metri di corda,Lo aiutiamo ad issarla a bordo e scopriamo che attaccati agli ami,messi a distanza di un metro l’uno dall’altro,ci sono dei pesci artici di 2 o 3 kg l’uno,écco perche per i primi 10 minuti la corda era pesantissima.Questa è la pesca con i palamiti. Riempita la cesta di pesce,partiamo per il ritorno,poco dopo,la seconda sorpresa,non molto condivisa questa volta,Pesano circa un kilo l’uno si immergono per catturare i pesci e poi volano via,ce ne sono decine e decine,sono quei piccoli uccelli di color zebra al quale l’eschimese sparava per mangiarli (a cena con la famiglia). Anche li a cesta piena si ritorna,facciamo anche visita ad un paio di iceberg e mentre il tipo pulisce i pesci togliendo loro la testa e le interiora, io guido il motoscafo,A Vanni non era mai capitata in vita sua, una cosi bella giornata,inprevista ed interessante e a pensarci bene,dopo la visita alle cascata di iguazu in argentina, anche io sono rimasto impressionato.Lui (occhi a mandorla)la mattina ci aveva detto che saremmo stati fuori 2 ore, invece, siamo stati 6 ore ed incredibilmente non abbiamo sentito i morsi della fame.Filmati fantastici,al rientro in porto era quasi buio,eravamo felicissimi anche se non abbiamo visto le balene i narvali o le orche,sicuramente qualsiasi cifra ci avrebbe chiesto,non avremmo obbiettato.Ma non era finita,Lui ci ha portato con la sua auto a casa sua e presentato la sua famiglia,Allora Vanni ha regalato alla moglie calze collant e a lui un paio di etti di formaggio grana,che non aveva mai assaggiato e visto in vita sua.E cosi e’ finita la giornata iniziata male,con la prospettiva di annoiarci tutto il giorno. Purtroppo all’ostello,ci aspettava la camera a gas provocata dalle sigarette del danese,ma vista come era andata la giornata abbiamo sopportato.Al ristorante,scopriamo che la cameriera anzi che nei piatti,il cibo viene servito su delle mattonelle,(come quelle del mio gabinetto di casa.Lei è di origine danese,bionda e carina, parla un po l’italiano,e’ incredibilmente,stata un paio di mesi in sicilia ad imparare la lingua e ci ha anche detto che al locale museo, lavora da qualche anno anche un’italiano,che naturalmente andiamo a trovare. Vanni non chiude occhio x tutta la notte,l’ansia di perdere il taxi per l’aeroporto e’ troppo grande,e sebbene lo avessimo prenotato,lui non viene, allora siamo costretti a prendere il bus.Ad averlo saputo,Vanni avrebbe potuto dormire tranquillo.Arrivati verso le 7 a buio pesto,scopriamo che il bus e’ pieno di studenti e lavoratori,a nuuk le strade sono solo in città,Si, perche i villaggi e le citta della Groenlandia non sono collegate tra loro,sono tutte isolate e l’unico collegamento e’ via mare o via aerea, la strada piu’ lunga è di 40 km. L’aereo decolla da Nuuk e con la poca luce,vediamo tutto il fiordo che abbiamo esplorato il giorno prima con già un po’ di nostalgia della belissima giornata passata.All’arrivo a Kangerlussuaq,c’era già l’airbus 330 rosso della greenland air ad aspettarci,era la nostra coincidenza che ci portava a Copenhagen. Nella sala d’aspetto,vediamo che nella zona fumatori,gli irriducibili fumano una sigaretta dietro l’altra facendo cosi rifornimento di nicotina per il nosmoking flight di circa 4 ore allorche sia a me che a Vanni viene in mente lo zio Luciano. In fase di atterraggio a Copenhagen,vediamo dai finestrini dell’aereo decine e decine di eliche gigantesche per la produzione di energia elettrica piazzate su piattaforme sul mare. Al transit hotel dentro la zona dogana dell’aeroporto di Copenhagen,trascorriamo come all’andata,un’altra notte di 6 ore,cosi trovandoci docciati e riposati all’indomani per il volo di ritorno della SAS per Monaco. Il mio toyota pic nic ,che era ad aspettarci nei parcheggi dell’aeroporto,non so perche, era rimasto con la batteria a zero,momento di panico.e ora come facciamo?é automatica e a spinta non si puo’,la fortuna vuole che un signore con la sua auto e i nostri cavi per la batteria, la fa ripartire. meno male.Via verso l’Italia.A bolzano facciamo il pieno di 500 km di metano e a sera siamo arrivati a casa,Vanni a Rivarolo mantovano ed io in Versilia.(questo racconto è stato redatto con la consulenza di Vanni,Approfitto per ringraziarlo di avermi fatto compagnia in questo eccellentissimo viaggio,solo secondo nella mia classifica personale dopo la visita alle cascate di Iguazu in argentina.)

Fonte I viaggi di Daniele Somenzi