dorme-piglia-pesci

VANGELO

Dal Vangelo secondo Marco
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».
Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». E subito lasciarono le reti e lo seguirono.
Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, mentre anch’essi nella barca riparavano le reti. E subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedèo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui.
RIFLESSIONE

25 gennaio 2015

CHI DORME NON PIGLIA PESCI
3a domenica del tempo ordinario B

Chi dorme sogna… ma non piglia pesci.
Per realizzare i sogni l’unica condizione è svegliarsi, alzarsi e mettersi a fare passi sulla strada del quotidiano più spiccio.

Il Vangelo di oggi ci presenta l’inizio dell’attività di Gesù:
ci dice come lui realizza i suoi sogni.
Ci sono 3 coordinate precise: un tempo, un luogo, delle persone.
Gesù comincia nel momento sbagliato (Giovanni fu arrestato); nel posto sbagliato (in Galilea, periferia povera e malfamata); con le persone sbagliate (dei rozzi pescatori).

Gesù comincia nel momento sbagliato, innanzitutto.
È il tempo della paura, dell’indecisione, dell’incertezza.
L’arresto di Giovanni Battista è causato da mentalità fossilizzata, dal non voler mettere in discussione niente. Per noi sarebbe:
“È pericoloso esporsi e andare contro corrente. Pensa per te”.

Gesù comincia poi nel luogo sbagliato.
La Galilea è una zona disprezzata, considerata “regione a rischio”
da attraversare con mille sospetti e paure, senza fidarsi.
Gesù non parte da Gerusalemme, il centro religioso e politico, che avrebbe tutte le garanzie dell’ufficialità e della sicurezza.
Quante sono le zone della vita che percorriamo sulle difensive.

Gesù comincia, infine, con le persone sbagliate.
Non passa nelle università o nei salotti che sfornano esperti, non va nelle scuole del tempio dove brillano i colletti bianchi, ma va da persone semplici, anche se un po’ grezze, da gente vera e verace, indaffarata sulla riva del quotidiano a meritarsi, con fatica, il necessario per donare una vita dignitosa alla propria famiglia (significativa questa insistenza del Vangelo).

Innanzitutto Dio ci dice che non possiamo stare ad aspettare il momento giusto, la condizione giusta, la persona giusta.
Gesù passa dove c’è fatica, ombra, dubbio, paura, incertezza.
Una lampada non serve se c’è il sole: è al buio che serve la luce.

Gesù non consegna una dottrina da imparare a memoria ma smuove dall’immobilità, apre strade nuove, mostra direzioni e offre se stesso come amico da seguire o compagno di strada.
La fatica, la debolezza e la fragilità non sono guai o fallimenti ma sono il ritmo dei passi del cammino. È la coscienza di sé.

Per questo, Gesù, il grande provocatore, ci dice che per seguirlo bisogna imparare a pescare: “Seguitemi, vi farò pescatori”.

Pescatori sul serio, al largo. Non per sport, da canna da pesca.
Mi sono chiesto cosa avesse di particolare questo mestiere.

Noi, uomini di terra, vogliamo avere sempre i piedi ben piantati, preferiamo avere un orizzonte corto ma controllato.

Il pescatore, uomo di acqua, con la sua barca galleggia sballottato tra due immensità (non gestibili): il cielo e il mare.
Due infinità non sempre tranquille e favorevoli.
Più lontano si spinge dalla sponda più cresce l’insicurezza.
Ogni partenza è un rischio e ogni ritorno una grazia.

Anche noi siamo ogni giorno sulla barca della vita tra questi due abissi, non sempre tranquilli:
il mare della nostra storia, profondo per scelte e sentimenti, vivo per ciò che ci sguazza, ma anche inquinato da schifezze, e il cielo con nuvole grigie che nascondono le stelle dei sogni.

“I pescatori sanno che il mare è pericoloso e le tempeste sono terribili, ma non hanno mai considerato questi pericoli ragioni sufficienti per rimanere a terra” (Vincent Van Gogh).

Dio ci aiuta a non lasciare che pericoli, paure e tempeste ci blocchino e ci facciano sentire a terra.

Chi dorme non piglia pesci, anche se sogna cosa belle e sante.
Che il Signore ci aiuti a svegliarci.