epifania

VANGELO

Dal Vangelo secondo Matteo
Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”». Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo».
Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.
RIFLESSIONE

6 gennaio 2015

COSA GLI PORTIAMO?
Solennità dell’Epifania

I Magi portano l’incenso che è il profumo per Dio, la mirra che era al tempo il più pregiato profumo per l’uomo e l’oro che dice la qualità alta della vita in uno scambio reciproco:
il bene che fai è oro che impreziosisce te ed è prezioso per Dio, ciò che fai bene profuma la tua vita e inebria il gusto di Dio.

Oro, incenso e mirra. E noi cosa gli portiamo?
Lasciamoci provocare e emozionare da un racconto di fantasia.

Tommaso, un bimbo, addormentandosi nella magia del Natale sogna di andare insieme ai pastori e ai Re Magi alla capanna di Betlemme a vedere Gesù Bambino ma si accorge che tutti hanno portato qualcosa.
Solo lui è senza doni. Avvilito dice concitato a Gesù Bambino:
“Prometto che ti darò la cosa più bella che ho.
Torno a casa e porto in regalo la mia bicicletta nuova”.

Il Bambino nel presepe scuote la testa e sorridendo gli dice:
“Non voglio la tua bicicletta nuova. Dammi il tuo tema”.
“Il mio ultimo tema? Ma ho preso un insufficiente!”.
“Appunto, proprio per questo lo vorrei” dice Gesù.
“Devi darmi sempre tutto quello che è insufficiente.
Per questo sono venuto nel mondo.

Ma vorrei un’altra cosa ancora da te: la tua tazza del latte”.
Tommaso si rattrista: “La mia tazza? Ma è rotta!”.
“Proprio per questo la vorrei avere” dice Gesù Bambino.
“Tu mi puoi portare tutto quello che si rompe nella tua vita.
Perché io posso darti la voglia di aggiustarlo”.

“Vorrei però una terza cosa da te: vorrei la risposta che hai dato a tua mamma quando ti ha chiesto come mai si è rotta la tazza del latte”.
“Ma le ho detto una bugia.
Ho detto alla mamma che la tazza era caduta per caso, ma in realtà l’ho gettata a terra io, per rabbia”.
“Per questo vorrei avere quella tua risposta.
Portami sempre tutto quello che nella tua vita è cattivo, bugiardo, dispettoso e malvagio. Sono venuto nel mondo per insegnarti a gettare il tuo cuore oltre gli ostacoli”.

Gesù sorrise e Tommaso comprese la meraviglia di un Dio uomo.

C’è un testo, attribuito da qualcuno al filosofo Sartre, che nella sua ricerca di senso ridice questo in modo incisivo.

“Sono nato nudo, dice Dio,
perché tu possa spogliarti di te stesso.
Sono nato in una stalla,
perché tu impari a stare bene in ogni ambiente.
Sono nato debole, dice Dio,
perché tu non abbia paura.
Sono nato di notte,
perché tu creda che c’è una verità che può illuminare.
Sono nato povero, dice Dio,
perché tu non abbia mai a vergognarti di te stesso.
Sono nato perseguitato,
perché tu possa accettare le difficoltà.
Sono nato nella semplicità della stalla, dice Dio, perché tu smetta di essere complicato.
Sono nato uomo perché tu possa essere Dio”.

Andiamo anche noi oggi a quella grotta con i Magi e Tommaso.
Portiamo l’oro prezioso dei nostri desideri, sogni, sentimenti.
Portiamo l’incenso sacro delle fatiche per amore.
Portiamo la mirra profumata delle parole che detta il cuore.
Portiamo noi stessi, con le nostre fragilità, debolezze, miserie avremo in cambio il sorriso del Dio Bambino sulla nostra vita.