In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà

LETTURE DI RIFERIMENTO

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani Fratelli, non siate debitori di nulla a nessuno, se non dell’amore vicendevole; perché chi ama l’altro ha adempiuto la Legge. Qualsiasi altro comandamento, si ricapitola in questa parola: «Amerai il tuo prossimo come te stesso». Pienezza della Legge infatti è la carità.

Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano. In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo. In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro».

RIFLESSIONE

7 settembre 2014

È COME TE
23ma domenica del Tempo Ordinario A

Se tuo fratello ti fa un torto, chiarisci le cose a quattrocchi, se non ti ascolta chiama qualcuno che ti aiuti, coinvolgi altri, se non ti ascolta neppure così… lascialo perdere, e non considerarlo più: fa’ come se fosse uno sconosciuto.
Se non la vuole capire lascialo andare per la sua strada.

È strano sentire Gesù che parla con tono così crudo, tanto più se consideriamo “quando” ha detto queste cose:
sono la continuazione e l’applicazione concreta della parabola della pecorella smarrita (troppo spesso ridotta a dolciume).

Ci apre gli occhi dal rischio di un certo buonismo sdolcinato.
Essere cristiano non vuol dire mandar giù tutto, far finta di niente e dire sempre che va tutto bene in un gelatinoso vogliamoci bene.

Voler bene, anzi di più “volere IL bene” comporta il rischio della tensione, della discussione, del confronto e dello scontro.
Dio ci ha creato uomini e non angeli!

La logica di Dio è dipinta meravigliosamente da Shakespeare:
“Amore non è amore se muta quando scopre un mutamento.
Amore è un faro fisso che sovrasta la tempesta e non vacilla mai”

Bellissime e pesanti le parole di San Paolo nella seconda lettura:
“Non siate debitori di nulla a nessuno, se non dell’amore”.

Gesù ci chiede di fare il possibile. Nulla di più.
Il volto di Dio che Gesù racconta è un amore serio ed esigente, quindi il “nulla di più”, se il metro è l’amore, è qualcosa di tosto.

La fatica, la crisi, la discussione non rappresentano un errore, una scivolata, una cosa da evitare a tutti i costi, da soffocare, ma opportunità per solidificare, chiarire, disinfettare l’amore.

Lo sappiamo: i veri amici vedono i tuoi errori e te li fanno notare, i falsi amici vedono i tuoi errori e li fanno notare agli altri.

E tu se stai solo a lagnarti come puoi vedere “IL bene”?

Gesù (e Paolo cita) ci apre gli occhi: “ama come te stesso”, cioè ama il prossimo perché “è come te”, è proprio come sei e fai tu.

Diciamo grazie allora a coloro che ci donano briciole di amore con l’intenzione di sostenere e incoraggiare ogni nostro passo.

Diciamo grazie poi a coloro che ci correggono anche se ci brucia e a coloro che ci spingono a riguardare la vita alla moviola:
così rinsaldiamo la coscienza di chi siamo e di quale stile usiamo.

Diciamo grazie pure a coloro che criticano sparlando alle spalle così dimostrano che la nostra vita è più interessante della loro.
Se giudichi le persone non avrai tempo di amarle (Madre Teresa).

“Ciò che scioglierai e legherai sulla terra, lo sarà in cielo”, dice Gesù. Pensiamo allora all’importanza dei nostri “legami”
e a quanto ci condizionano nel bene e nel male.
Se una persona ha il potere di farti cambiare umore, allora è veramente importante. Ha peso nel bene e nel male.

A volte siamo legati a qualcuno con un elastico. Ci si allontana, in direzione opposta, ognuno va per i fatti suoi. Poi però, arriva il momento estremo, quello al limite dello strappo, e l’elastico reagisce, non si spezza, anzi, con un colpo solo, energico, fa ritrovare i due estremi di nuovo faccia a faccia.

Altre volte invece bisogna avere il coraggio di “sciogliere”, serve la fatica di tagliare cordoni ombelicali o di lasciare andare.
Per potersi “legare” a qualcuno bisogna essere liberi e “sciolti”.
Basta una corda sottile a impedire a una barca di lasciare il porto.

Ma quando c’è un legame vero tra due persone, Dio si arrende.
“Se due sono insieme nel chiedere, Dio è lì con loro e esaudirà”.

Se vuoi cambiare il tuo destino, cambia il tuo atteggiamento.
Non essere debitore di nulla a nessuno, se non dell’amore.

Ultimo aggiornamento articolo Apr 29, 2019 @ 23:41