VANGELO

gesù parla
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta». Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine». Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo. Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere.
Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».

RIFLESSIONE

17 novembre 2013

È LA FINE O IL FINE?
33ma domenica del Tempo Ordinario C

La vita è un’opera di teatro che prima però non ha prove.
A ciascuno la scelta se essere protagonisti o spettatori.
Se stai seduto a guardare, quando arriva la fine te ne devi andare.
Curioso: si dice sopravvivere, quando invece è un sotto-vivere.

La Parola di Dio ci porta in questo autunnale freddo novembre
al pensiero della fine. “Fine” è una parola sempre angosciante.
La scommessa di Gesù è quella di illuminare questo abisso buio.
Lo fa modificando l’articolo: da “la” fine a “il” fine.
Un articolo non è nulla, eppure può cambiare totalmente il senso.

“LA fine” è ben rappresentata dalle amare parole del Vangelo:
“non resterà pietra su pietra”. Una nota di storia del testo:
Luca fa la stesura finale del suo Vangelo intorno all’80 d.C.
e ha negli occhi la distruzione del tempio di Gerusalemme
avvenuta nel 70 ad opera dei Romani. Ha quel senso di angoscia
come è per noi quando si arriva a New York a “ground zero”
davanti al buco delle torri gemelle abbattute l’11 settembre 2001,
dove quei 110 piani di acciaio si sono accartocciati.

Sono davvero parole lontane queste del Vangelo di Luca?
“Si solleverà nazione contro nazione”: come oggi in Iran.
“Vi saranno terremoti, carestie e pestilenze”: come in Haiti.
“Vi saranno segni grandiosi dal cielo”: come nelle Filippine.
“Vi perseguiteranno”: come nell’assassinio dei cristiani in Siria.
“Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli e vi uccideranno”:
come a Cogne, Avetrana, Erba, Garlasco, Novi Ligure.
Allora, è una pagina di 2000 anni fa o del giornale di oggi?

Provocante la conclusione di Gesù: “Non lasciatevi ingannare.
Nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto”.
Noi parliamo di problemi angoscianti e lui parla di calvizia.
Quante volte Dio sembra dare l’impressione di essere distante
e forse per questo da tanti è considerato “un pettine per calvi”,
cioè qualcosa che un tempo ti è servito e che ritenevi utile,
ma che ora solo un miracolo può fartelo tirar fuori dal cassetto.

Ma Gesù, il grande provocatore, è così che ci insegna “IL” fine.

LA fine è tirare i conti, è debito: devi pagare. La fine è panico,
è quell’angoscia quando senti il nodo alla gola, il sasso nel cuore,
il mattone sullo stomaco, le gambe tremano e non ti sorreggono,
ti senti soffocare, paralizzato dalla paura. “È la fine!”, appunto.

IL fine invece è ciò che rende prezioso il banale di ogni giorno,
è l’energia dentro la fatica, è percepire il valore di ogni gesto,
è coscienza di ciò che sei stato e cosa puoi essere in modo nuovo.

Un figlio tredicenne, con aria ufficiale, tutto orgoglioso di sé,
si presentò i cucina dalla madre con un foglio:
“Per aver strappato le erbacce dal vialetto: Euro 3.
Per aver ordinato la mia cameretta: Euro 5.
Per essere andato a comperare il latte: Euro 3.
Per aver badato alla sorellina (3 pomeriggi): Euro 15.
Per aver preso due volte “ottimo” a scuola: Euro 10.
Per aver portato fuori l’immondizia quattro sere: Euro 4.
Totale da pagare: Euro 40″.

La mamma prese una biro e accanto alla lista del figlio scrisse:
“Per averti portato in grembo 9 mesi e fatto nascere: Euro 0.
Per tutte le notti passate a vegliarti quando eri ammalato: Euro 0.
Per tutte le volte che ti ho coccolato quando eri triste: Euro 0.
Per tutto quello che ti ho insegnato, giorno dopo giorno: Euro 0.
Per le colazioni, i pranzi, le merende, le cene preparate: Euro 0.
Per lo stirare, l’ordinare e la premura di ogni giorno: Euro 0.
Totale da pagare: Euro 0″. Sorridendo restituì il foglio.
Il ragazzino, senza parole, scrisse sotto la sua lista: “Pagato”.
La madre lo abbracciò forte e gli sussurrò: “Tieni il resto”.

IL fine è vivere da protagonisti e non sopravvivere da spettatori.
LA fine fa sotto-vivere. IL fine fa riprendere in mano la vita.