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VANGELO

Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducèi, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?». Gli rispose: «“Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».
RIFLESSIONE

26 ottobre 2014

LA FILOSOFIA DELLE FORMICHE
30ma domenica del tempo ordinario A

Per capire questo vangelo c’è da tener presente un dato storico.
Gli israeliti al tempo di Gesù dovevano rispettare 613 leggi:
248 precetti positivi, cioè che dicevano “devi fare questo”
365 negativi, che ordinavano “non devi fare quest’altro”.
La risposta di Gesù che riduce tutto a uno, che va al nocciolo, è un prendere la distanza dai labirinti di parole vuote, per legare insieme Dio e il prossimo, fede e vita, cielo e terra.

Un grande prete saggio, don Lorenzo Milani, provocava:
“io non credo in Dio, sarebbe troppo poco, io gli voglio bene!”.

Quando voglio bene a una persona io la penso, la cerco, trovo tempo per stare con lei, per parlarle, per confrontarmi, sono contento di andare a casa sua e la invito nella mia.
Quanto cerco Dio? Quanto gli parlo? Quanto lo coinvolgo?

Posso credere a un professore, senza volergli bene, posso stimare un personaggio importante, senza mai parlargli.
Io non credo in Dio, è troppo poco. Io gli voglio bene, è di più.

La novità di Gesù Cristo è che Dio non vuole nulla per sé ma la sua preoccupazione è volerci insegnare uno stile di vita, una qualità nelle relazioni, un modo di guardare alla realtà.

L’amore che Dio ci insegna è qualcosa di molto concreto, quotidiano, efficace, effettivo, chiede impegno e responsabilità.

Jim Rohn ha teorizzato questo come la filosofia delle formiche.
Hanno uno stile di vita fondato su quattro pilastri.

1. Le formiche non mollano. Se stanno andando in un posto e tu provi a fermarle, loro cercano un’altra strada, scalano sopra, scavano sotto, girano attorno.
Non smettere mai di cercare una strada per arrivare dove vuoi.

2.  Le formiche durante tutto l’inverno pensano all’estate.
Ricordano: “Non durerà a lungo; usciremo presto di qui”.
Appena la temperatura si alza un po’ le formiche riemergono.
Non vedono l’ora di uscire. Continuano a pensare positivamente.

3. Le formiche per tutta l’estate pensano all’inverno.
Raccolgono con tanta pazienza d’estate il cibo per l’inverno.
Non puoi essere così ingenuo da pensare che l’estate duri sempre.
Quindi le formiche raccolgono d’estate il cibo per l’inverno.
È importante essere realistici.

4. Una formica raccoglie tutto quello che gli è possibile.
Fa quello che può. Ogni cosa nella vita è una miscela di sabbia, di sale, di zucchero.
La saggia formica sceglie zucchero o sale ma non tocca la sabbia.

Gli antichi distinguevano due facce dell’amore: eros e agape.
l’amore perfetto “agape” (in latino charitas):
che è il modo di amare di Dio, tutto e solo dono; e il modo di amare dell’uomo, più fragile, chiamato “eros”, cioè desiderio, bisogno, sempre a rischio però di macchiarsi di egoismo.

L’amore ha tutte e due queste facce: divina e umana, ama Dio e ama il prossimo, nella misura in cui ami te stesso.
L’amore è sempre ricchezza e povertà, insieme.
L’amore è cura e dono, ma è anche domanda e bisogno.

Non è vero amore di Dio quello che abbiamo nel cuore se non muove i nostri occhi verso chi abbiamo vicino e non muove le nostre labbra a sorridere a noi stessi.

Dio insegna ad amare con il cuore e con la testa:
come le formiche non arrenderti mai, guarda avanti, sii positivo e fai tutto e solo quello che puoi. Per te e per gli altri.
Ogni cosa sulla terra è una miscela di sabbia, di sale, di zucchero.
La saggia formica sceglie zucchero e sale ma non tocca la sabbia.