barizzaCostruzione sorta all’inizio del ‘400 su terreni ceduti da Gian Galeazzo Sforza ai Malabarba e da questi passati ai Barzizza. Guiniforto Barzizza, nato nel 1406 da Gasparino e Lucrezia Alliardi, sposa Giovannina Malabarba.

Palazzo Barzizza ebbe l’onore di ospitare la Duchessa Bona di Savoia, moglie del Duca Galeazzo Maria Sforza e madre di Giovanni Galeazzo Maria. Negli anni 1481-2, Bona vive nel Castello di Abbiategrasso, costi’ relegata da Lodovico il Mo­ro e sorvegliata a vista da Cosima Briosco. In un rapporto al suo signore, il Bri­osco annota di una passeggiata a cavallo effettuata da Bona con la sua corte: et andesseimo ad Ozello a casa de Gaspar Ambrosio Braxigia et gli stetemo uno pezo Da Gaspare Ambrogio per successione i beni arrivano a Gerolamo, il cui testa­mento (1640 ), oggi purtroppo andato perduto, era fino a pochi anni fa an­co­ra visibile negli archivi comunali. Nel testamento si disponeva un lascito per una Messa annua, in perpetuo suffragio per se’ e per la propria sposa Clara. Contratto purtroppo rispettato unilateralmente.

Cioe’ lui ha lasciato gli scudi, ma da tempo nessuno si ricordava piu’ dell’ impegno. Nella festa di S.Martino anda­vano poi esposti nella Cappella di famiglia, il suo ritratto e quello di Clara Casa­ta, la consorte. Ogni erede avrebbe dovuto chiamarsi Boniforte o Gerola­mo.

Nei recenti lavori di repristino e’ stato recuperato un grande camino in calda pie­tra serena, con fregi in bassorilievo portanti sul frontone gli stemmi delle casa­te, proprio i nomi di Clara e Gerolamo e la data di costruzione: 1596. Sulle spalle laterali i volti dei Signori rappresentati in medaglioni alla foggia degli antichi ro­ma­ni. Un secondo camino e’ affrescato con allegorie riguardanti il tempo. Moniti sul tempo e sulla necessita’ di trarne frutto sono ripetuti un po’ dovunque come una piccola os­ses­­sione.

La influenza del Barzizza nella storia e nella vita del territorio arriva fino ai giorni nostri. Il soprannome di <cornasch> affibbiato ai locali, pare derivare proprio da lui. La generosita’ del Barzizza, condizionata dai tempi non deve quindi essere vista con i giudizi di valore odierni, si rivela anche in un lascito speciale a tutela dei piu’ deboli: vedove e orfani. Pero’, anche nelle favole viene sempre il mo­mento dei pero’, un perdonabile vezzo lo porta ad una personaliz­zazione un po’ parti­co­lare. Perche’ tutti possano riconoscerli come beneficati del Barzizza, do­vran­no portare delle mantelline, austere come si conviene a chi vive nel dolore. Man­tel­line nere, nonostante tutto portate allegramente nelle giornate ventose, come tanti piccoli corvi.

Nel portico esterno sono stati recuperati parte di affreschi portanti una data suc­cessiva : 1624. La corte intiera viene fatta risalire al XVII secolo. Particolare che la dice lunga sulle caste e sui privilegi: l’ ala padronale porta delle splendide co­lon­ne in granito venato di rosa. L’ ala della servitu’ un colonnato in cotto.

Proprio al piano terra alloggi pieni di antico fascino possono essere goduti da tutti, grazie ad una attivita’ di Bed & Breakfast.

Il Palazzo divenne quindi proprieta’ della famiglia del nobile Gerolamo del Frate, morto il 28/04/1729 lasciandolo in eredita’ alla moglie Donna Maria Rezzonico. Il Conte Alessandro Della Torre Rezzonico lascia palazzo e beni di Ozzero in ere­di­ta’ all’Istituto dei Sordomuti. La proprieta’ passa quindi al Comune di Ozzero che aliena il bene : divenuto di nuovo proprieta’ di privati, la famiglia Migliavacca, nel 1989 viene ceduto all’attuale proprieta’.

I secoli e gli uomini non sono stati buoni con Palazzo Barzizza: se si puo’ guar­da­re con comprensione alla parte del vecchio parco oggi destinato ai giova­nis­simi con la costruzione di un asilo, e’ stato cancellato un pezzetto di storia di Ozzero nell’abbattere le vecchie scuderie e magazzini per edificare in stile anni 50. Nel portico dell’ala padronale viene installato un forno per la panificazione. Opere murarie, calore e nerofumo hanno notevolmente danneggiato gli affreschi esterni. Un autocarro che transita nella via principale, gia’ provinciale e solo di recente saggiamente portata sotto l’autorita’ comunale, strappa un balcone dalla facciata esterna.

Ma oggi la costruzione, nonostante gli attacchi subiti, mostra ancora tracce del­l’antica bellezza ed e’ tuttora sotto vincolo delle Belle Arti.

palazzo barzizza B&B /

20080 ozzero mi / via roma 13

tel/fax (+39) 02 9407436 / mobile (+39) 328 8451519

palazzo.barzizza@tele2.it