LETTURE DI RIFERIMENTO

PRIMA LETTURA

Dal libro dell’Esodo

In quei giorni, nel deserto tutta la comunità degli Israeliti mormorò contro Mosè e contro Aronne. Gli Israeliti dissero loro: «Fossimo morti per mano del Signore nella terra d’Egitto, quando eravamo seduti presso la pentola della carne, mangiando pane a sazietà! Invece ci avete fatto uscire in questo deserto per far morire di fame tutta questa moltitudine». Allora il Signore disse a Mosè: «Ecco, io sto per far piovere pane dal cielo per voi: il popolo uscirà a raccoglierne ogni giorno la razione di un giorno, perché io lo metta alla prova, per vedere se cammina o no secondo la mia legge. Ho inteso la mormorazione degli Israeliti. Parla loro così: “Al tramonto mangerete carne e alla mattina vi sazierete di pane; saprete che io sono il Signore, vostro Dio”». La sera le quaglie salirono e coprirono l’accampamento; al mattino c’era uno strato di rugiada intorno all’accampamento. Quando lo strato di rugiada svanì, ecco, sulla superficie del deserto c’era una cosa fine e granulosa, minuta come è la brina sulla terra. Gli Israeliti la videro e si dissero l’un l’altro: «Che cos’è?», perché non sapevano che cosa fosse. Mosè disse loro: «È il pane che il Signore vi ha dato in cibo».

VANGELO

Dal Vangelo secondo Giovanni

Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo». Allora gli dissero: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: “Diede loro da mangiare un pane dal cielo”». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo». Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane». Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!».

RIFLESSIONE

5 agosto 2012

PANE E CARBONE

18ma domenica del Tempo Ordinario B

“L’unico vero realista è il visionario”, disse il grande regista Fellini.
Può essere questa una chiave di lettura dell’antica domanda al cuore del racconto dell’Esodo (prima lettura): “che cos’è?” che in ebraico si traduce “Man-hu?”, da cui il nome “manna”. In queste domeniche il Vangelo ci riporta al simbolo del pane, per invitarci a riguadagnare l’essenziale, cioè la sostanza delle cose.
Mi ha emozionato nei giorni scorsi vedere una dolce anziana gustare il gelato al termine della cena con piccoli bocconi di pane.
A noi, affamati divoratori di sapori e di emozioni, sembra assurdo.
La saggezza dei vecchi – che hanno davvero provato la fame – sapeva distinguere il sapore dalla sostanza. Per gustarli entrambi.
Mi ricordo che quando ero bambino, mia nonna mi insegnava che più una cosa era buona, più “bisognava” mangiarla col pane.
Noi facciamo a meno del pane della sostanza e divoriamo i sapori.
Alla fine questo non sazia. “È un cibo che non dura”, dice Gesù.
Cosa ci resta? Man-hu? Cosa è? Come guardiamo alla realtà?
Man-hu? “Manna dal cielo” o granuli informi che non ci ispirano?
Un esempio concreto può essere disarmante: il carbone.
Può essere un regalo? O è solo per bimbi cattivi? Chissà.
Andiamo al di là delle apparenze per chiederci: Man-hu, cos’è?
A scuola, in scienze, lo si trova nella tavola periodica degli elementi con il simbolo C e il numero atomico 6, come carbonio.
Il carbonio ha una dimensione invisibile: è una componente vitale di tutti i sistemi viventi, tanto da resistere ai secoli e alla morte, infatti per stabilire l’età di un fossile ritrovato in archeologia si usa l’esame del carbonio 14 e si risale persino alla preistoria.
Nello stesso tempo ha una dimensione utile e essenziale per noi, in quanto il principale uso del carbonio è in forma di idrocarburi, come petrolio, metano, benzina, gasolio. Oro nero, diciamo.
Il carbonio come petrolio raffinato fornisce poi il materiale di base per molte sostanze sintetiche che genericamente chiamiamo plastica.
Il carbonio ha anche una dimensione pratica per fabbricare strumenti.
Sua elaborazione è la grafite, cioè la mina delle matite da disegno.
Unito in percentuale al ferro per produrre l’acciaio.
Come lega leggerissima ma resistentissima il carbonio viene usato in nanotecnologia e informatica per componenti di precisione, in medicina per protesi che salvano vite o creano arti artificiali, oppure nello sport (dalle olimpiadi alle biciclette nei nostri garage).
Fino a giungere al carbonio radioattivo che permette la produzione di energia nelle centrali nucleari.
Ma c’è un ulteriore volto da scoprire di quel pezzo scuro di carbone da cui siamo partiti. Il carbonio è ciò ci cui sono fatti i diamanti.
(Mi sa che così qualcuno cambia idea sul farsi regalare “carbone”).
Diamanti e carbone sono talmente differenti come aspetto ma hanno la stessa composizione chimica: il carbonio.
Tutto, come il diamante, prima di essere luce è carbone.
Se noi vedessimo un diamante grezzo, non tagliato e lucidato, lo scambieremmo sicuramente per un sasso da nulla.
Di fronte ad ogni dettaglio della vita chiediamoci: “man-hu, cos’è?”.
Ci è facile scartare tante cose con disattenzione come carbone quando invece sono “manna dal cielo”, dono prezioso di Dio non solo per saziare, ma soprattutto per impreziosire la vita.
Rimbalza in internet in questi giorni una frase del Dalai Lama:
“Quello che mi ha sorpreso di più negli uomini dell’Occidente è che perdono la salute per fare i soldi e poi perdono i soldi per recuperare la salute.
Pensano tanto al futuro che dimenticano di vivere il presente.
Vivono come se non dovessero morire mai e muoiono come se non avessero mai vissuto”.
Gesù ci era già arrivato 2.000 anni fa: “Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna”.
Dio ci offre il pane del cielo, il pane della vita, il pane quotidiano perché l’unico vero realista è il visionario cioè colui che sa vedere un diamante in un pezzo di carbone.
Rendiamoci conto di quanto “carbonio” ci circonda: i diamanti non si fanno, si trovano! E ognuno di essi è unico.