Saint ChapelleCi sono stato nel maggio 2006, dopo una visita a Notre Dame ed un caffè sorseggiato nei pressi al modico prezzo di 2,50 euro cadauno; non era ancora l’ora di apertura pomeridiana e già facevo parte di una discreta coda di persone davanti al Palazzo di Giustizia, tutti pazientemente in attesa di entrare.

Passati i controlli all’ingresso ed usciti nel cortile altra coda per accedere alla biglietteria e poi ancora attesa per entrare alla Sainte-Chapelle, vero tesoro d’arte attribuita a Pierre de Montreuil. All’esterno, l’architettura mira all’essenziale: la sobrietà del basamento e la potenza dei contrafforti si contrappongono alla leggerezza delle parti elevate.

Sul tetto di ardesia che predomina, s’innalza la guglia di legno di cedro per un’altezza di 33 metri, capolavoro di finezza realizzata nel 19° secolo ma esatta copia dell’originale. L’interno della cappella bassa dà un’impressione di mistero con il suo volume basso (6,60 m) a quattro campate a coro radiale, con le pareti scandite dalle fughe d’archi e le sottili colonnine che sostengono la volta; la decorazione è delicata e preziosa.

Questa è un’impressione non facile da ottenere, dato che buona parte dello spazio è occupata dai banchetti di souvenir che nascondono non poco queste perle agli occhi del visitatore frettoloso. La cappella bassa è dedicata alla Vergine la cui statua in piedi si trova nel “trumeau” del portone d’ingresso.

Le volte basse poggiano su sottili colonne con capitelli a uncino collegati da strutture di sostegno dette “etresillons”. I muri sono decorati da fughe d’archi trilobati e da dodici medaglioni rappresentanti gli apostoli. Sulle colonne si alternano il giglio di Francia su sfondo azzurro e le torri di Castiglia che ricordano Bianca di Castiglia, madre di San Luigi.

La volta è affrescata come un cielo stellato ed il pavimento contiene delle pietre tombali che ricoprono le sepolture di tesorieri e canonici della Sainte-Chapelle. Nel livello superiore i supporti e le nervature scompaiono: la verticalità è accentuata da una partenza molto alta delle volte scandita dalle statue degli apostoli.

L’edificio sembra piccolo, molto alto ed aereo mentre l’altezza (20,50 m) non è neanche il doppio della larghezza (10,50 m). Il segreto risiede nei sottili calcoli dell’architetto che accentua l’effetto di prospettiva servendosi dello spessore delle nervature e dell’altezza delle vetrate creando una catena orizzontale di ferro che attraversa file e crociere e coincide con gli elementi metallici che fungono da supporto alle vetrate: è un capolavoro di trasparenza.

Saint ChapelleLa struttura elegante ed aerea però quasi scompare davanti allo splendore delle vetrate che illustrano attraverso la Bibbia la storia dell’umanità dalla sua Creazione alla Redenzione dal Cristo. Si succedono così la Genesi, l’Esodo, i Numeri, il Deuteronomio, i Giudici, l’albero di Jesse, San Giovanni Evangelista, la Passione, San Giovanni Battista, la Storia di Daniele, Ezechiele, Geremia, Tobia, Giuditta e Giobbe, Esther, il Libro dei Re e la Storia delle reliquie.

Ogni vetrata è divisa in lancette e si legge da sinistra a destra e dal basso verso l’alto. E’ evidente che l’interno della cappella alta è stato oggetto di una maggiore attenzione dell’architetto, degli scultori e dei pittori in quanto è in questa parte dell’edificio che sono raccolte le gloriose reliquie.

La volta sembra galleggiare al di sopra delle vetrate. La massa tanto imponente dei contrafforti sparisce nell’artificio di un fascio di nove colonnine distribuite in modo che il volume di ciascun pilastro sia appena avvertito. Addossate alle colonne che delimitano le campate, le statue dei dodici apostoli costituiscono la decorazione a rilievo più importante della cappella alta.

Esse appartengono a due stili diversi: il primo con morbidi drappeggi e pieghe diritte, volti dai lineamenti fini e capelli a riccioli piatti, esprime un sentimento di serenità. Il secondo gruppo testimonia l’evoluzione della statuaria medievale: le pieghe sono rigide e spezzate, ed i visi sono lavorati ad alto rilievo. Gli spazi sono ornati con decorazioni dipinte che si armonizzano con le vetrate.

La sensazione di incredulità e stupore di fronte a tanta luminosa bellezza ti avvolge e ti accompagna senza più lasciarti anche quando fai ritorno alle quotidiane occupazioni.

Un pò di storia

Edificata in sei anni ( 1242-1248), è anzitutto l’opera personale di San Luigi. Fu progettata per contenere le reliquie della passione e in particolare la corona di spine del Cristo che doveva intronizzare nel fiorente 13° secolo, il regno di Francia diventato primo regno della cristianità occidentale.

Sotto la Rivoluzione, la Sainte-Chapelle, simbolo del regno e della religione, ebbe a subire un profondo degrado: i mobili, gli stalli ed il jubé scomparvero, gli organi furono trasportati a Saint-Germain-l’Auxerrois, la guglia fu abbattuta ed i timpani martellati e le reliquie disperse, la maggior parte delle statue furono salvate da Alexandre Lenoir.

Dopo la sconsacrazione della Sainte-Chapelle nel 1803, le vetrate furono rimosse sino ad un’altezza di due metri per consentire l’uso dell’edificio come deposito di archivi. Esse furono poi ammirevolmente restaurate nel 19° secolo. Dal 1846 in poi, furono intrapresi dagli architetti Duban, Lassus e Boeswillwald, grandi lavori di restauro e la Sainte-Chapelle ritrovò tutto il suo splendore.