Botswana

Siamo in tre, io Daniele, Mauro e Giuseppe,in auto 4×4 con arrivo a Johannesburg il 3 novembre 2005 con volo air france da pisa a Parigi.
A Giuseppe traspariva da un km di distanza la sua felicità di andare finalmente in quel del Botswana, dopo averlo tanto desiderato e la cosa mi rallegrava, visto che anche io volevo rifare per la seconda volta quell’esperienza.
Arrivati a Johannesburg,e ritirato tutte le valigie,comprese le 2 per i neri locali, piene di vestiti,giocattoli scarpe ecc.ecc,Prendiamo possesso della nostra auto a noleggio,prenotata alla hertz,La fortuna vuole che l’auto assegnataci è una splendida nissan x trail 4 ruote motrici,molto comoda,di color bianca. il suo motore è talmente silenzioso che solo dopo due giorni, al momento di fare il pieno, ci siamo accorti che era un diesel. In oltre il tettuccio apribile per i safari, e luci abbaglianti incastonate nel portapacchi.
Prima cosa, appena partiti,visita dal mio amico Guido a pochi km dall’aeroporto, il tradizionale saluto prima dell’avventura,in questo caso, anche sosta obbligata, giacchè ci doveva prestare alcuni equipaggiamenti per il campeggio.
L’aereo era atterrato alle 10.50, poi tra una cosa e l’altra, siamo partiti verso le 16.00 direzione confine del botswana,però un gran temporale ed il buoi ci ha fatto subito cercare un posto per la notte, nei pressi di Lanseria airport , a sud di Pretoria.
La guest house che ci ha ospitati, era troppo carina,sembrava la casa di hans e gretel,immersa in una favola.Il suo giardino verde con fiori di ogni genere ed alberi ad alto fusto, contorniato da papere e galletti con le piume alle zampe,che pascolavano ai bordi della piscina.
All’indomani,dopo una bella dormita,visto che la precedente sull’aereo (747.400) non era stata tanto confortevole.Partiamo belli soddisfatti alla volta di Rustemburg e finalmente al confine del Sud africa e Botswana,dove ci accade un fatto molto singolare.Fatti solo 3 metri allaldilà del cancello di frontiera,sul mio cellulare è arrivato,il tradizionale ormai, messaggio di benvenuto, noddico, appena passato il confine,(diaulporco).
La valuta locale,i Pula, li avevamo già in tasca dal giorno prima in aeroporto,così che abbiamo subito inboccato la transkalahari verso est per km e km.
Avvistati tanti struzzi,sciacalli dorati,kudu,verso sera,arriviamo a Ghanzi dove ci accampiamo con le nostre tende nel campeggio,con i servizi adiacenti.
Io nella mia tenda tre posti dormivo con Giuseppe e mauro nell’altra tenda.Gli asini durante la notte ragliavano così forte che le nostre tende tremavano dalle vibrazioni.Ma sti cosi, non dormono la notte? devono proprio delimitare i loro territori dalle 2 alle 3 di notte?
Dopo fatta colazione alla veloce, la mattina seguente,facciamo il pieno di gasolio,circa 150 pula ogni volta e via verso Maun.Lungo la strada dobbiamo rallentare ad ogni mucca o asino,anche le caprette attraversano, ma gli struzzi sono i più simpatici sopratutto quella con gli struzzini.Mentre gli asini vigliacco se si spostano, ad uno ho anche dato una pacca su una chiappa dal finestrino dell’auto e ad altri, fermatomi li ho rincorsi a piedi,il tutto mentre Mauro mi filmava con la telecamera e si spanciava dal ridere.
i 40 gradi del giorno ci ricordavano che eravamo in africa.Io e Mauro ci alternavamo nella guida,arrivati a Maun,ritiro soldi ad un bancomat,la mia visa card funziona alla perfezione ed in un batterd’occhio,mi arriva anche l’sms sul cellulare di conferma con l’importo in euro.piu avanti abbiamo alloggiato all’island safari lodge, dove io ero gia stato 2 volte, uno con il truk africa con Nicola e uno con Michela.
La stanza scelta era senza aria condizionata Brutta scelta, infatti sudavamo tutti e tre e dormito poco, il mio materasso era perterra,mentre Mauro e Giuseppe avevano letti normali,con tanto di tendina anti zanzare.Il mille piedi gigante scorrazzava sul mio letto e dopo essere andato al creatore mi sono appisolato. gli scorpioni siamo riusciti a lasciarli fuori dalla stanza. Mauro non ha chiuso occhio col pensiero che avrebbe dovuto dormire in tenda in mezzo agli animali la notte seguente. Infatti poi ha rinunciato.
Con la toyota 4×4 siamo andati all’incontro con i neri che spingono il mokoro, si era aggiunta a noi anche una ragazza inglese che parlava anche italiano. Mauro faceva il day tour, e cioe’ che sarebbe tornato la sera al lodge.
Il mokoro e’ un tronco scavato a mo di barca,spinta da star in piedi con un lungo bastone dal tipo,eravamo io Giuseppe e lui, magnifico momento nel silenzio navigavamo sulle acque pulite dell’okavango delta e come l’altra volta io bevevo l’acqua e mi ci tuffavo dentro. continua…

Fonte: I viaggi di Daniele