VANGELO DI RIFERIMENTO

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù prese a parlare alle folle del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure. Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: «Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta». Gesù disse loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Ma essi risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente». C’erano infatti circa cinquemila uomini. Egli disse ai suoi discepoli: «Fateli sedere a gruppi di cinquanta circa». Fecero così e li fecero sedere tutti quanti. Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla. Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste.

RIFLESSIONE

2 giugno 2013

SE PENSO ALLE STELLE

Solennità del Corpus Domini

Il celebre artista Van Gogh scrisse:
“Se penso alle stelle dichiaro di non saperne assolutamente nulla ma la vista delle stelle mi fa sempre sognare”.
Penso sia questa la stessa logica con cui guardare a Dio, con cui pensare al Mistero dell’Eucarestia, al Mistero della Presenza di Dio nel pane santo.

Questo ci fa porre oggi una domanda forte alla nostra fede: Ma Dio dove è? Ma Dio dove è presente? Ma Dio dove è presente nella mia vita? Ma quale posto ha Dio nella mia vita?
Quando ci sentiamo carichi di fede riusciamo a dirci: “Dio per me è importante”, o addirittura ci diciamo: “Dio è al primo posto nella mia vita”.

Ma se ci pensiamo bene, dire così non è giusto, perché Dio non si mette in classifica; perché dire così è pensare che sotto sotto ci sono molte altre cose che battono Dio in interesse, importanza, attenzione…

E lottano con Lui per avere il primo posto, e a dire il vero riescono ad ottenerlo senza molta fatica!

Se non è questione di classifica, di piramide, possiamo arrivare a fare un grande salto di qualità e riuscire a dirci allora:
“Metto Dio al centro della mia vita!”

Così non c’è nulla in concorrenza con lui, perché l’ho messo al centro di tutto.

Ma anche qui c’è un errore subdolo ma enorme: se io riesco a mettere Dio al centro della vita vuol dire che io sono più grande di lui, che io sono più forte di lui, che io l’ho nelle mie mani.

Ma Dio non è così.

Avere fede significa solo accorgerci che Lui “è” il centro della mia vita, lo è già!

Non devo fare nulla per lui, ma devo solo accorgermi di cosa lui fa per me.

Non è lui che non c’è, ma sono io che non lo riconosco.

Noi ci accostiamo all’Eucaristia, al Corpus Domini, per fare comunione. Ma cosa vuol dire?

Potremmo dire che Dio usa la logica della ruota della bicicletta.

C’è un fulcro, un perno, a cui sono agganciati tutti i raggi.

Se manca il centro, i raggi sono dispersi e la ruota si accartoccia.

Se sono attaccati al perno, più ti avvicini al centro più sono uniti, più ti allontani dal centro, più i raggi sono staccati.

Questo è fare la comunione: avvicinarci tutti al centro, per scoprirci attaccati a lui e trovarci vicini tra di noi.

Più stiamo lontani da questo centro, più ci troveremo distanti.

Proprio come in una ruota di bicicletta.

Questo è il grande mistero dell’Eucarestia un mistero che non ci deve spaventare o disorientare perché anche noi potremmo dire come Van Gogh: di questa galassia straordinaria di stelle che è Dio io dichiaro di non saperne assolutamente nulla di non capirci assolutamente nulla, MA basta poco, basta mettermi un po’ a guardarlo e la vista di queste stelle, di cui non so nulla, mi fa sempre e comunque sognare.