Teramo
Situata a 20 Km dall’Adriatico e prossima alle rocce del Gran Sasso d’Italia (2912 m.) Teramo, tra i fiumi Vezzosa e Tordino, è il Capoluogo della provincia che occupa il territorio più settentrionale della regione Abruzzo. Il ritrovamento di suppellettili funerarie simili a quelle delle tombe protostoriche picene attestano che la città fosse indubbiamente un insedimento preromano. Abitata fin dai tempi preistorici, fece parte del Praetutium, denominazione del territorio teramano quando, perduta la libertà italica, era diventata dominio romano e aveva latinizzato il proprio toponimo in Interamnia (Inter-amnes-urbs, città tra i fiumi). Con i Romani visse il periodo di maggior floridezza. La costruzione di templi e terme, del teatro e dell´anfiteatro avvenne in quel periodo storico di splendore. Nel Medioevo la città fu sottomessa dai Longobardi e fece parte del Ducato di Spoleto.  Nel 1234 Federico II di Svevia ripartì il Regno di Sicili a in Giustizierati e Teramo fu annessa a quello di Sulmona. Alla fine del XIV secolo passò sotto la Signoria degli Acquaviva. Fu poi governata da Francesco Sforza, quindi da Alfonso d´Aragona. Divenne dominio austriaco e nel 1798, passò ai Francesi per tornare al Regno di Napoli nel 1815. Nel centro della città insistono le testimonianze di Interamnia Pretuzia, città romana: il teatro e l’anfiteatro  e vicino alcune domus e i ruderi delle terme. Dell’anfiteatro rimangono solo tratti di mura esterne, mentre del teatro sono visibili alcune strutture interne e arcate del perimetro esterno.

L´unico resto altomedievale di Teramo invece, è la chiesa di San Getulio, sorta in età bizantina su di un tempio romano. La cattedrale di San Berardo sorta nei pressi del teatro romano, fu eretta nel 1158 per volontà di Guido II. Modificata nel Trecento e nel Quattrocento, successivamente venne interessata da altri lavori fino a raggi ungere l’attuale aspetto. La facciata è caratterizzata da un portale trecentesco di Diodato Romano e da un grande rosone; nella parte posteriore spicca il campanile di forma quadrata. All’interno, di fronte all’altare maggiore vi è il paliotto d’argento, magnifica opera di Nicola da Guardiagrele, e il polittico di Sant’Agostino (XV sec.) del veneziano Jacobello del Fiore. Ma la visita alla città non può trascurare: la Pinacoteca Civica, nella ombrosa Villa Comunale, i portali del vecchio Palazzo Delfico e il Museo Archeologico, le strutture trecentesche del Palazzo Vescovile e della Loggia del Municipio, la Biblioteca Provinciale “Melchiorre Delfico”, la Chiesa di San Domenico, l’antica Cattedrale S.Maria Aprutiensis, eretta nel periodo Bizantino, poi San Getulio e oggi Sant’Anna; nei pressi alcuni bei palazzi liberty, e poi la Chiesa di San’Antonio (già San Francesco) e la casa di Melatini, con le caratteristiche bifore quadrangolari: e, fuor i porta, la Chiesa di Maria SS. Delle Grazie, con fra l’altro la bellissima statua lignea della Vergine (sec.XV), opera attribuita a Silvestro dell’Aquila. Teramo è un centro culturale e di studi, e sede di una importante Università.

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Info: Presidio APT/Accoglienza e Informazione Turistica Via  Oberdan, 16 Teramo (TE) Tel. 0861.244222-Fax 0861.244357presidio.teramo@abruzzoturismo.it

Incorniciata nello scenario del Gran Sasso e dei Monti della Laga, Teramo è il centro di una comunità locale diffusa lungo la valle del fiume Tordino. A non più di trenta chilometri dal mare, con cinquanta chilometri di splendidi arenili di sabbia fine e dorata ed acque non inquinate, e dalla montagna, con i picchi innevati più belli e suggestivi dell’ Appennino centrale, Teramo è ricca di storia, di natura e di una vivace vita culturale. Grazie alle notevoli testimonianze del passato romano e di quello medievale, alla presenza di Parchi Nazionali ed al grande rilievo della tradizione gastronomica, è meta turistica di una certa rilevanza. Città in continua evoluzione, che sta cercando si modificare il suo aspetto e la sua situazione economica sotto molteplici aspetti, Teramo è passata da una tradizione prettamente agricola ad una realtà industriale e scientifica, come testimonia la presenza nel territorio del ‘Laboratorio di Fisica Nucleare’ – il più grande al mondo-, dell’Osservatorio Astronomico di Collurania, e dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale. Gran supporto è stato dato allo sviluppo della Città dall’Università degli Studi, che con i suoi corsi di laurea, i diplomi universitari e le numerose scuole di specializzazione e perfezionamento, ha richiamato a sè circa undicimila studenti.

Cenni storici

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Di antichissime origini, Teramo è città certamente preromana, come testimonia il ritrovamento dentro e fuori le mura, di suppellettili funerarie simili a quelle delle tombe protostoriche picene.
Furono forse i Fenici a contribuire alla sua fondazione, chiamandola “Petrut” cioè “luogo elevato circondato dalle acque” e facendola diventare centro di riferimento per le popolazioni pretuziane. Capitale del Pretutium con il nome di Interamnia Praetutiorums, godette di una relativa indipendenza; secondo alcuni storici avrebbe dato addirittura il nome all´Abruzzo.

Ma la sua età più florida Teramo la conobbe dopo la conquista dei Romani nel 268 a.C., quando prima come municipio, poi come colonia, sotto gli imperatori Augusto ed Adriano, visse un lungo periodo aureo con la costruzione di templi e terme, del teatro e dell´anfiteatro.

I saccheggi e le distruzioni dei Goti e dei Visigoti cancellarono presto questo splendore. Ricostruita nel 568, la città fu conquistata dai Longobardi, e sotto il loro dominio fu annessa al Ducato di Spoleto con i nomi, prima di Aprutium, poi di Interamnia ed infine di Teramum. Conquistata e perduta più volte dai Normanni, andò poi soggetta ad una dominazione vescovile. Nel 1234 Federico II di Svevia ripartì il Regno di Sicilia in nove Giustizierati, e Teramo fu annessa a quello che faceva capo a Sulmona.
Al prospero periodo della dominazione vescovile, seguirono anni difficili caratterizzati da alcune calamità, come il terremoto del 1380, da brigantaggio ed infine dalle lotte fra le fazioni facenti capo alle famiglie dei Melatini e degli Antonelli che si contesero il governo della città.
Alla fine del XIV secolo Teramo passò sotto la Signoria degli Acquaviva che riuscirono a sedare, temporaneamente le ormai centenarie lotte intestine.
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Fu poi governata da Francesco Sforza, ed in seguito da Alfonso d´Aragona. Dopo la guerra di succesione spagnola divenne dominio austriaco e nel 1798, passò ai Francesi.
Nel 1815 la città aprutina tornò al Regno di Napoli, per seguire la sorte del Meridione. La storia della città è testimoniata dai resti e dai monumenti simbolo che si trovano a pochi passi l´uno dall´altro. Il teatro romano, in pieno centro, del quale è stata riportata alla luce solo la parte orientale, aveva una cavea di ben 78 m, e poteva ospitare circa 3000 spettatori. La ricchezza delle decorazioni e il tipo di costruzione datano il complesso intorno al 30 a.C.
A ovest del teatro sorgeva l´anfiteatro, di modeste dimensioni risalente al III-IV secolo. L´unico resto altomedievale di Teramo invece, è la chiesa di San Getulio, sorta in età bizantina su di un tempio romano. Prima distrutta e poi ricostruita nel XII sec., fu nuovamente incendiata dai Normanni, tanto che di quell´epoca ne sono testimonianza solo alcuni resti.
La cattedrale sorta nei pressi del teatro romano, fu eretta nel 1158 per volontà di Guido II. Nei primi anni Niccolò degli Arcioni la fece allungare, e dalla metà del quattrocento fino agli anni trenta di questo secolo, essa fu oggetto di svariati interventi ed arricchimenti fino a raggiungere l´aspetto odierno che ne fa un complesso di rara ed inquietante bellezza. Il risultato è il frutto del gusto tutto abruzzese del coronamento orizzontale che si riscontra in tutte le basiliche e chiesette disseminate per la regione, e la volontà verticale del primo rifacimento.

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Anfiteatro Romano

 La costruzione risale al I secolo d.C.. La sua forma è ellissoidale, il perimetro misurava 208 metri e l’asse maggiore 74 metri. Come scrive uno storico non si hanno notizie certe se all’interno dell’anfiteatro si sia compiuto il martirio dei primi cristiani, come si svolgevano nel Colosseo di Roma anche perchè molto probabilmente l’anfiteatro veniva usato come fortezza o castello (questa teoria è stata ipotizzata grazie ad un’analisi dei passaggi sotterranei e dei trabocchetti, offrendo quindi una protezione alla città). L’anfiteatro fu realizzato a ridosso del teatro, quasi a lambirlo. Nel XII secolo l’anfiteatro fu danneggiato dalla costruzione della Cattedrale di S. Berardo, sia per il saccheggio di materiale che per la distruzione dell’angolo Nord-Ovest, subì anche altri danni nel XVIII secolo dall’impianto del seminario che provocò la definitiva perdita delle strutture interne.

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Teatro Romano

Il teatro romano fu costruito nei primi anni del II secolo, sotto l’imperatore Adriano. Nel Medioevo il teatro è stato vittima di innumerevoli manomissioni e saccheggi e con il materiale ricavato sono stati costruiti mura di case e parti dell’attuale cattedrale, ma nonostante ciò il teatro di Teramo è ancora considerato il più interessante e il meglio conservato tra i teatri del Piceno. Le parti restanti del teatro, che emergono a tre metri e mezzo sotto il livello stradale, testimoniano l’ampiezza della struttura, poichè il perimetro della cavea era formato da una successione di venti arcate di travertino delle quali due sono tuttora visibili. Durante gli scavi fu rinvenuta anche una statua femminile in marmo greco che ora è attualmente esposta nella pinacoteca civica.

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Casa Urbani

Questa è una delle pochissime abitazioni che conservano testimonianze dell’edilizia privata risalente al XI – XIII secolo, poiché è una delle poche scampate alla distruzione operata dal normanno conte di Loretello nella metà del XII secolo. E’ formata da un perimetro esterno edificato con ciottoli di fiume e da un portale ogivale del XIII secolo in pietra squadrata. Molto interessanti sono le finestre monofore e arcuate nel primo piano e quelle quadrate al piano inferiore, indispensabili per dare luce al piano inferiore. Nel corso di recenti restauri, dinanzi al portale, sono venuti alla luce resti di un mosaico appartenente ad una abitazione privata su cui poggiano direttamente i resti delle fondazioni della casa medievale.

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Casa del Mutilato

Quest’edificio venne costruito in occasione della peste del 1348 ed era la chiesa della Misericordia, oggi Casa del Mutilato. Nel ‘400 venne ristrutturata dall’architetto Pio Ferretti e da allora è rimasta così come noi oggi la vediamo. La chiesa, detta anche della Presentazione, fu sede di una confraternita composta da nobili. Nel 1514, la chiesa, fu visitata dalla regina Giovanna II d’Aragona per donarvi un crocifisso che sembra contenesse una spina della corona di Gesù. Inoltre nella lunetta del portale vi è un affresco di Giacomo da Campli e vi sono anche conservati interessanti dipinti quattrocenteschi.

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Palazzo Civico

Dell’edificio di origini antiche, poiché risalente al XIV secolo, non deve trarre in inganno la forma odierna, dal momento che non rispecchia più l’originaria costruzione. Della parte antica restano solo le quattro arcate semiacute che si poggiano su pilastri quadrati realizzati da blocchi di travertino e mattoni. Attualmente l’edificio è la sede dell’Amministrazione Comunale della città di Teramo. Nell’atrio del municipio, che si raggiunge attraversando il portico, vi sono murate le più importanti iscrizioni su pietra di epoca romana. Come si può notare dalla grande “loggia”, dove un tempo si celebravano i mercati e i parlamenti, l’edificio poggia su un impianto medievale. Negli Statuti Cittadini, risalenti al 1440, sono raccolte le funzioni che aveva la “loggia”: politica la “loggia inferiore” e giudiziaria la “loggia superiore”.

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Casa Melatino

Unico palazzo giunto fino a noi appartenente ai Melatini, famiglia ricca e potente che per oltre un secolo si disputò il dominio della città con il casato degli Antonelli. Questo palazzo, del XIII secolo, è l’unico rimasto, appartenente al periodo medievale costituito da tre piani compreso quello terreno. Il palazzo ha una pianta quadrata, ma i differenti materiali utilizzati per la sua costruzione ci testimoniano i segni di numerose ristrutturazioni. Sulla facciata del palazzo vi sono quattro finestre a forma quadrata con soglie sporgenti e a guscio, tre delle quali sono divise da eleganti colonnine in pietra, che hanno attorno al fusto la figura di un serpente con testa di donna.

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Vescovado

Questo edificio medievale a foggia di castello, quindi turitto e merlato, è la residenza degli Uffici della Curia Aprutina e del Vescovo. L’anno di costruzione viene fatto risalire attorno al 1374, anno in cui si hanno i primi cenni storici di una loggia che si trova al suo interno sul lato occidentale. Nell’estate del 2000, grazie ad accurati lavori di restauro, l’intero complesso riacquista l’antico splendore. Purtroppo per raccordare il portico inferiore con la piazzetta antistante, si è perso un po’ del suo antico splendore, ma questo portico, formato da pilastri in pietra e travertino proveniente da Civitella del Tronto, colpisce ancora i turisti che si soffermano a contemplare la sua antica e rinnovata bellezza. All’interno dell’edificio vi è un ampio cortile sulle cui pareti laterali si notano le tracce di un colonnato e di archi della primitiva costruzione.

mosaicoLeoneMosaico del Leone

Durante i lavori di costruzione di Palazzo Savini in Corso Cerulli, nel 1981, fu rinvenuto questo mosaico che ha sofferto secoli di umidità, ma grazie ad attenti lavori di restauro è di nuovo visibile e visitabile. Il mosaico del leone è databile intorno al I secolo a.C., come quelli, anche simili nella fattura, rinvenuti nella villa di Adriano a Tivoli e a Pompei. Grazie al ritrovamento di altre opere musive in Vico delle Ninfe, si è ipotizzato che a Teramo o nelle sue immediate vicinanze vi fosse una vera e propria scuola di maestri del mosaico, dato che di solito questo tipo di opere venivano acquistate all’estero o create dai bravissimi e notissimi maestri di Ostia.

Castello della Monica

Il pittore Don Gennaro della Monica, grande sognatore, seguendo la moda di fine secolo, che imponeva ai signori di avere un non so che di medievale in casa, decise di costruire un vero e proprio castello nel quale avrebbe vissuto con la sua famiglia. Questo pittore, sognatore e perfezionista, per rendere tutto più vero, fece costruire anche il borgo del castello e cercò di rendere il tutto un po’ decadente, come corroso dal passare degli anni. Purtroppo l’interno del castello oggi non è visitabile perché pericolante, ma è ricco di passaggi, stanze, finestre, naturalmente tutto arricchito dalla mano da Don Gennaro della Monica, che ha dipinto ogni tipo di particolare. Il castello %egrave; stato anche luogo d’amori segreti, di leggende, fantasie e di morti crudeli.

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Osservatorio di Collurania

L’astronomo Vincenzo Cerulli, laureato in fisica nel 1859 e poi trasferitosi in Germania per alcuni anni, dimezzando quasi metà del proprio patrimonio comprò una collinetta nel teramano e vi costruì uno dei più moderni osservatori dell’epoca. Una data memorabile è quella del 2 ottobre 1910 quando Cerulli, con il telescopio di Collurania, scoprì un asteroide mai visto prima da occhio umano, lo battezzò “Interamnia”, nome latino della sua città di nascita, Teramo. Oggi l’osservatorio compie studi sulle dinamiche stellari, elaborazione dati al computer e didattica. L’osservatorio ha anche un ruolo di rilievo grazie alla collezione di Cerulli che comprende anche il telescopio, ancora montato sulla cupola, con il quale l’astronomo compiva i suoi studi.

Cippo Funerario

Il cippo funerario aveva inciso su di sè il nome del defunto (Sextus Histimenius) e le dimensioni della zona sepolcrale (sulla fronte XVI piedi e verso la campagna XXXVI piedi). Stando a queste istruzioni, sapendo che il piede romano misura circa 30 cm., l’area sepolcrale aveva le dimensioni di 5 m. per 12m.. Nella necropoli che ospitava il cippo funerario, dico ospitava poiché è stato trafugato, ci sono molte altre tombe comprese tra i secoli I e IV d.C.. Tramite queste tombe si è avuta la testimonianza di due riti funerari: l’inumazione e la cremazione, riti tradizionali di quel periodo. Il rinvenimento del cippo funerario avenne nel 1961 durante dei lavori di scasso per la costruzione della rimessa degli autobus dell’A.R.P.A., alle porte di Teramo in località Messato.

Antico Manicomio

Era considerato il più grande Centro per la cura delle malattie mentali del Regno di Napoli. Una struttura imponente, ma soprattutto una classe medica straordinaria. Le mura poderose ospitarono, infatti, uno dei padri della psichiatria italiana: Marco Levi Bianchini, che fu discepolo di Freud, con il quale intrattenne una corrispondenza epistolare, e che in queste stanze fondò la prima Societa Italiana di Psicanalisi. Il lungo percorso dello studio della mente e dei suoi intrecci, in Italia, deve a Teramo il ricordo della primogenitura. In origine, la struttura,costruita nel 1323, fu più volte soggetta a lavori di ammodernamento o di ingrandimento, fu ospizio con privilegio vescovile, prima di essere destinato ad un uso sanitario – psichiatrico. Sull’onda della legge Basaglia, che nel 1978 sancì la chiusura delle strutture manicomiali, anche il grande ospedale teramano è diventato obsoleto. Secondo la leggenda, ma c’e chi la considera un fatto storicamente prova to, sulla porta del grande manicomio di Porta Melatina (che in realtà dovrebbe chiamarsi Porta Melatini o dei Melatini), era stata apposta una lapide, the recitava: ‘Qui stanno i pochi, forse neppure i veri’.

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Casa Catenacci

Casa Catenacci, poi Corradi, oggi Capuani, del sec. XIV. Per lungo tempo l’edificio ha ospitato l’unico teatro della città per la cui inaugurazione, avvenuta nel carnevale del 1791, la famiglia Corradi invitò a Teramo la celebre cantante Ida Monti Bolognesi. Teramo lottò a lungo per avere un teatro cittadino, ma si scontro sempre con l’intransigenza del governo borbonico. Alla istanza avanzata nel 1786 da Don Pasquale Marozzi, l’arcigno ministro Tanucci rispose negativamente, annotando di suo pugno: ‘Ovunque s’e permesso teatro, ivi sono occorsi disordini’. Con la costruzione del teatro comunale nel 1868 quello Corradi andò progressivarnente decadendo finchè non venne chiuso e la casa restituita a civile abitazione. Sulla facciata dell’edificio (via Vittorio Veneto) si trova un emblema lapideo datato 1510 con la scritta ammonitrice ‘S.A. NON BENT PRO TOTO LIBERTAS VENDITUR AURO’ (La libertà non si vende per tutto l’oro del mondo). Tracce di portici simili si v edono ancora oggi nel Palazzo dell’Episcopio e nella ex casa Bonolis in Corso de’ Michetti (già Corso di Porta Reale).

Casa Muzii

Casa Muzii, il cognome dell’antico proprietario si Legge in alto a sinistra di chi guarda dove pure c’è l’arma della famiglia, fu edificata nel 1908 ed è un puro esempio di stile liberty. E’ stata recentemente restaurata. Le immagini delle due dee, Flora e Pomona, che si vedono in basso, sembrano alludere a una donna amata dal proprietario, appunto di nome Flora. Le pitture sono di Aurini.Di fronte c’e il palazzo Savini con elegante scalinata, anch’essa liberty.

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Mosaico del Savini

La sede principale della Cassa di Risparmio di Teramo, in Corso San Giorgio, non presenta straordinari dettagli architettonici, se non fosse per il mosaico del Savini che ne orna la parete esterna. Esempio mirabile di opera musiva, costituisce anche uno dei tanti esempi di arte finanziata dall’economia, di mecenatismo culturale da parte di un istituto di credito che, da sempre, si impegna nel favorire lo sviluppo culturale e artistico della città. La prima Cassa di Risparmio teramana venne fondata nel 1859 dal vescovo dell’epoca. Dopo un lento declino nel corso della prima parte del secolo XIX, rinacque nel 1949 sotto la presidenza di Domenico Maria Savini. Per costruire la nuova sede vennero rase al suolo alcune casette, tra le quail quelle che un tempo avevano ospitato una delle più antiche tipografie teramane.

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Sor Paolo

Per gli archeologi e gli studiosi è l’antica statua togata di Un potente patrizio romano, per i teramani è ‘Sor Paolo’ o, più semplicemente: ‘Gnore Paule’. Un tempo. nella piazzetta di Largo Proconsole, si radunavano i ragazzotti in vena di goliardate, un po’ per ridere delle sventure matrimoniali altrui, un po’ per vernecchiare sui tradimenti e sulle piccole storie quotidiane. Come un suo fratello romano, quello the Costantino Maes definì ‘torso informe di pietra chiara’ e che, da sempre, i romani chiamano ‘Pasquino’, anche Sor Paolo ebbe una sua vita politica, di oppositore e di castigatore del costume, e soprattutto del malcostume, dei governanti. Della sua mano sinistra, atteggiata a reggere una pergamena, venivano infatti infilate le lamentele, le proteste e le satire contro i signori della città e, in epoche più recenti, poesie d’amore o bandiere del tifo calcistico. Gratificato da una sorta di popolare devozione che sembra imeprmeabile al passare dei se coli, ‘Sor Paolo’ gode ancor oggi di un gran seguito, viste anche le feste chee gli dedicano gli abitanti del quartiere, nel mese di settembre, e il tributo dell’Università Popolare Medio Adriatica, che l’ha scelto quale proprio emblema.

Altri monumenti su http://217.59.54.135/citta/monumenti/

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Cattedrale di San Berardo

La Cattedrale di San Berardo o che dir si voglia il Duomo, edificata nel 1158 per volere del Vescovo Guido II e ampliata nel Trecento per ordine del Vescovo Nicolò degli Arcioni, risulta essere stata influenzata sia da correnti artistiche romaniche che gotiche, infatti, sia all’interno che all’esterno possiamo ammirare elementi gotici ed elementi romanici.

Il Duomo vanta due facciate. La prima si affaccia su Piazza Orsini, dove si possono ammirare le ultime trasformazioni volute dal Vescovo degli Arcioni che apportò sostanziali cambiamenti tamponando la parte alta del Duomo e creando un coronamento orizzontale con una «sobria merlatura ghibellina».
Un’altra opera d’arte di questa facciata è sicuramente il particolare portone d’ingresso, risalente al 1332. Un portale di legno, realizzato nel 1911 da Cavicchioli, si apre nella parte centrale a tutto sesto, sormontato da un timpano con decorazioni che rappresentano uno degli esempi più indicativi dell’arte dei cosmati, in particolare l’ampio fregio arricchito di mosaici è l’elemento più caratterizzante di quest’arte, che qui troviamo accentuato da sei sottili colonne in pietra, tra cui quattro tortili e due lisce, le più esterne, sostenute da due magnifici leoni accovacciati. L’altra facciata, quella su Piazza Martiri della Libertà, è più semplice e lineare costituita da una finestra con vetro istoriato, un’altra finestra in alto e altre due laterali in basso.
Si può ammirare sopra la scalinata anche la falsa porta, mai aperta, usata solo per abbellire la facciata stessa che domina su Piazza Martiri della Libertà, dove vengono svolte svariate manifestazioni. L’interno della Cattedrale è a tre navate, e si può facilmente notare lo stile romanico nella parte anteriore e gotico in quella posteriore con slanciate arcate ogivali. Ai piedi della scalinata del presbiterio, sulla destra, si trova un pulpito di squisita fattura, mentre sulla sinistra si può notare un pregevole candelabro pasquale. All’interno della chiesa si può ammirare il «paliotto d’argento», che rappresenta la vita di Cristo e altre scene sacre attraverso dei pannelli lavorati a sbalzo in argento, realizzati tra il 1433 e il 1448.
Di maggiore importanza è il «Polittico», un’altra opera composta da sedici tavole, riccamente incorniciate e divise in due ordini paralleli, al centro è raffigurato Cristo in atto di incoronare la Vergine, quest’opera è dell’artista Jacobellus De Flore ed è situata sull’altare, all’interno della cappella dedicata a San Berardo, cui si accede dalla navata sinistra. Un’altra cosa importante da vedere è la Sacrestia, al suo interno si trova un bellissimo altare seicentesco e sei tele del pittore polacco Sebastiano Malewski, inoltre vi è conservato un crocifisso del XIV secolo, situato sulla parete della navata sinistra, e la statua della Madonna con Bambino risalente al XIII secolo, situata in un’edicola marmorea.
La cattedrale contiene al suo interno, anche un busto in argento di San Berardo, che si trova nella cappella omonima, e un altare dove, al suo interno, vi è riposto l’urna del Santo. La cattedrale, inoltre, può vantarsi del più bel campanile dell’arte gotico-lombarda dell’Abruzzo.
La parte più bella è quella superiore grazie ad un vario insieme di decorazioni, con dischi di terracotta smaltata, giallo e turchino. Il campanile è stato costruito con tre diversi stili, tra il XII e il XIII secolo è stata realizzata la base e i primi tre «dadi», poi nel XIV secolo gli altri due «dadi» e infine nel XV secolo la piramide ottagonale. Alla sua base, in corrispondenza degli spigoli, furono erette otto piccole torri e sulla cuspide fu montata una palla di rame dorata sormontata da una croce di ferro a banderuola.

Oltre alla Cattedrale di San Berardo in Teramo troviamo numerose altre chiese http://217.59.54.135/citta/chiese/
Chiesa dei Cappuccini
Chiostro di San Giovanni
Chiesa della Madonna delle Grazie
Chiesa di San Domenico
Chiesa di Sant’Anna dè Pompetti
Chiesa di Sant’Antonio
Chiesa del Santo Spirito
Chiesa di Santa Caterina
Chiesa di San Luca
Chiesa della Madonna del Carmine
Chiesa di San Bartolomeo
Chiesa di San Giuseppe
Chiesa di Sant’Agostino
Chiesa della Madonna del Riparo
Chiesa dell’Annunziata
Osp. di Sant’Antonio Abate
Chiesa della Madonna della Cona

Di queste e di molti altri monumenti rimandiamo alle pagine del Comune di Teramo http://217.59.54.135/ e da www.abruzzoturismo.it dai quali sono tratte queste informazioni.

Autore: Stilton