un Dio benzinaioVANGELO

Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».

RIFLESSIONE

10 maggio 2015

UN DIO BENZINAIO
6a domenica del tempo pasquale B

“Rimanete nel mio amore perché la vostra gioia sia piena”.
Interessante che l’amore è “suo” per noi e la gioia è tutta “nostra”.

Noi pensiamo che Dio abbia sempre qualcosa da chiederci,
o comandamenti da farci rispettare, o colpe da recriminarci.
Di fronte ad un Dio così ci si sente sempre a disagio, in colpa.
Invece l’unica definizione che Dio dà di sé è “amore”.
Ogni gesto d’amore vero quindi è un “selfie” di Dio.

Permettetemi un’immagine banalizzante ma per me efficace.
Dio non fa il meccanico, non fa neppure il carrozziere,
ma Dio di mestiere fa il benzinaio.

Noi andiamo dal benzinaio non perché c’è qualcosa di rotto,
ma semplicemente per fare il pieno e ripartire nel quotidiano
sulle strade di tutti i giorni, tra casa e le mille cose da fare.
Più abbiamo da fare e più dobbiamo tornare a fare rifornimento.

Il benzinaio è lì solo per permetterci di vivere la nostra vita.
Non ha la pretesa di aggiustare quelle piccole cose che non vanno
delle quali diciamo sempre “prima o poi ci guardo e lo sistemo”.
Non ha la pretesa di aggiustare le ammaccature o le rigate
dovute ai tamponamenti della vita, agli scontri che abbiamo,
alla superficialità del non prendere le misure giuste.
Il benzinaio ci ricarica e ci fa ripartire, così come siamo.
Non ci chiede di essere diversi, ma ci aiuta a vivere il solito.

Se però io vado a fare il pieno ed ho pure una macchina perfetta,
ma poi la tengo in garage inutilizzata, non serve a nulla:
“vi ho chiamato amici, perché portiate frutto e il frutto rimanga”.

C’è una pagina di Michel Quoist che spiega bene questa benzina.

“L’amore non è già fatto, ma si fa. Si fa l’amore.
L’amore non è un vestito già confezionato,
ma è stoffa da tagliare e cucire su misura.
L’amore non è un appartamento chiavi in mano,
ma è una casa da progettare, costruire, arredare nei dettegli,
e poi da curare, riordinare e spesso da riparare.
L’amore non è un solido ancoraggio nel porto della felicità,
ma è un levar l’ancora, è un viaggio in pieno mare,
spinti dalla brezza favorevole o sfidando la tempesta.
L’amore non è un enorme punto esclamativo fisso,
ma è una moltitudine di piccoli sì che vincono tanti no
cancellandoli strada facendo”.

Interessante concepire l’amore così come responsabilità.
L’amore non è un anello, ma è una sfida giornaliera.
L’amore non è una data di anniversario, ma è il pane quotidiano.

Quando non è così l’amore diventa una favola rovesciata
e se capovolgi una favola inizia con “vissero felici e contenti”
e finisce con “c’era una volta”.

Me lo insegnate voi: mangiati i confetti restano i difetti,
dopo la luna di miele, finisce il miele e restano le lune.

Proprio per questo ci serve tornare spesso a fare il pieno
per affrontare salite o discese che comunque ci consumano.

Quando ero bambino giocando con l’album delle figurine
si guardavano volti e si diceva “ce l’ho” o “manca”.
Dici “manca” solo di ciò che non hai.
“Ce l’ho” lo dici quando una figurina era già incollata.
Forse è tutto qui il segreto di Dio, lo stile che ci insegna,
quello dell’incollarselo dentro qualcuno e assaporare quella gioia
del dire “ce l’ho”: ce l’ho quell’amore, quella storia.
Le pagine dell’album della vita possono sciuparsi o strapparsi,
puoi anche essere distratto da altro e non vedere quei volti,
ma comunque e nonostante tutto l’amore fa dire “ce l’ho”.

Che Dio non ci faccia mai rimanere in riserva di amore.