Appuntamento settimanale con CAMPANE, UNA PASSIONE FRIULANA!!! in cui presentiamo un video delle campane della Chiesa di San Giacomo di Ragogna.

Ecco alcune notizie sulla chiesa e su Ragogna.

Secondo alcuni storici, la denominazione Reunia, citata per la prima volta da Venanzio Fortunato – secolo VI – e da Paolo Diacono – secolo VII – è un termine di origine indoeuropea, etimologicamente legato alla presenza del fiume Tagliamento.

La presenza più antica sulla base delle ultime scoperte archeologiche risale al V millennio a.C., documentata da rinvenimenti di epoca meso-neolitica appartenuti ad una società agricola sulle colline del lago. La zona risulta successivamente abitata nella tarda età del Bronzo.

L’epoca romana è documentata dalla presenza di numerose “ville rustiche” e per la presenza del guado sul Tagliamento – Tabine. È in questo periodo che sorge a San Pietro di Ragogna il Castrum Reuniae, fortificazione lungo la pedemontana friulana a difesa della strada romana che portava al Norico.

Chiesa di San Giacomo a Ragogna.

In epoca longobarda diventa un importante centro in cui si rifugiano le popolazioni in occasione della invasione degli Avari; dalla fortezza muove, intorno al 695, il nobile Ansfrido per usurpare il ducato del Friuli. Dei secoli successivi – VIII, IX, X, XI – non si hanno informazioni, ma alcune testimonianze artistiche di notevole interesse documentano l’importanza che riveste il sito in questi secoli.

Verso il 1100 Ragogna risulta proprietà della famiglia tedesca degli Eppenstein (Duchi della Carinzia), i quali nel 1218 cedono il feudo ai von Wallenstein di Carinzia che cambieranno il cognome in Ragogna. È il momento del massimo splendore. Durante le lotte fra il Patriarca d’Aquileia e i duchi d’Austria, i Ragogna si schierano con questi ultimi diventando famosi soprattutto per numerose operazioni di brigantaggio, finché nel 1365 il castello viene espugnato dal Patriarca e la famiglia dei Ragogna viene allontanata con l’assegnazione del feudo di Torre di Pordenone.

Nel XV secolo Ragogna diventa proprietà della Repubblica Veneta; successivamente, nel 1503, i conti di Porcia acquistano il feudo ed il Castello che, restaurato, diventa una residenza secondaria. Il terremoto del 1511 e l’incendio del 1560 sono fatali: il sito viene abbandonato definitivamente alla fine del secolo XVIII e donato al comune.

Con la venuta dell’Italia nel 1866 il Monte di Ragogna, per la sua posizione verso la pianura friulana, acquistò di colpo una importanza strategica. Tra il 1908 e il 1912 lo Stato Maggiore Italiano installò postazioni di difesa sul Monte, mentre altre fortificazioni – ancora esistenti – risalgono all’occupazione Austro-Ungarica.

Nella prima guerra mondiale Ragogna e le sue vicinanze divennero teatro della battaglia di Ragogna ed il successivo sfondamento di Cornino, svoltosi tra il 30 ottobre ed il 3 novembre del 1917, da collocarsi nell’ambito della ritirata di Caporetto. Durante questa fase le truppe imperiali che stavano velocemente avanzando nel territorio italiano vennero fronteggiate dal Corpo d’Armata Speciale, costituito fra il 26 ed il 27 ottobre 1917, dislocato lungo il medio Tagliamento e con il compito di rallentare l’avanzata Austro-germanica in modo da permettere al resto del Regio esercito di collocarsi sulla linea del Piave. La difesa effettuata sul monte Ragogna si rivelò efficace e permise all’esercito italiano di effettuare una ritirata efficace e consentì di completare la sistemazione del fronte del Piave, che da lì a poco sarebbe diventato la nuova prima linea. In questa battaglia, di cui era risaputa l’inferiorità numerica di uomini e mezzi del Regio esercito, vi furono molti episodi di pugnace resistenza dei fanti italiani. Particolare la vicenda della Brigata Bologna che, assegnata alla difesa del monte Ragogna, dopo giorni di ininterrotto combattimento venne tagliata fuori ed isolata dall’esercito austro-germanico ed infine sopraffatta senza avere possibilità di fuga poiché nel frattempo i genieri dell’esercito italiano fecero saltare il ponte di Pinzano, sul fiume Tagliamento, che in quei giorni era in piena.

Per la rilevanza strategica la zona venne rioccupata militarmente durante la seconda guerra mondiale e fu sede di scontri nell’ambito della guerra di liberazione.

Passiamo ora al nostro video:

[0:00] Campanello piccolo
[0:04] Campanello grande
[0:08] Concerto vecchio (con la mezzana Broili)
[0:38] Concerto nuovo (con la mezzana De Poli Vittorio Veneto)

Concerto di 3 campane, a slancio friulano, in Reb3 calante. Le campane piccola e grande sono state fuse da Daciano Colbachini (Padova) nel 1922 mentre la mezzana è stata fusa da De Poli (Vittorio Veneto) nel 2019. Sono inoltre presenti 2 campane, a slancio, di piccole dimensioni fuse da Daciano Colbachini (Padova) nel 1922.
La maggiore suona un Sol4 calante, la minore un La4 La nuova campana mezzana va a sostituire la precedente, incrinatasi all’incirca 4-5 anni fa, fusa da Lucio Broili (Udine) nel 1945. Questa campana è ora depositata e visibile presso il Museo della Grande Guerra, sito nella medesima frazione (San Giacomo di Ragogna)

Le due campanelle piccole vengono utilizzate per le nascite ed i battesimi. Vengono suonate insieme per un breve tempo ed al termine della loro suonata segue un dopli con le tre campane maggiori.

Non mi è stato permesso di suonare le due campanelle piccole per evitare confusioni con i suoni ma sono udibili comunque tre tocchi per ogni campanello. La registrazione del concerto con la mezzana Broili è tratto dal sito natisone.it (Link al Servizio: https://www.natisone.it/0_archivio_me…)

Un ringraziamento va al sig. Adriano Pidutti di Ragogna che si è reso disponibile per l’accesso e la salita al campanile, oltre che per le informazioni storiche che mi ha saputo fornire.

a cura di BellRinger Deveà

Ultimo aggiornamento articolo Mag 4, 2019 @ 11:08