Questa è la cronaca di una settimana alle Isole Fiji, ed in particolare del tour dell’isola principale, Vanua Levu. Natale 2003.1° Giorno: Wellington-Auckland-Nadi.
Dalla Nuova Zelanda, dove ero rimasto alcuni mesi per uno stage lavorativo, parto in direzione delle mitiche isole Fiji, tanto sognate da Jim Carey-Truman nel film Truman Show.
Scalo ad Auckland -e lunga attesa – e poi via con la Pacific Air, la compagnia di bandiera delle Isole Fiji.
Atterro la sera verso le 20, ma è già buio pesto: il tramonto da quelle parti (ed in quella stagione, cioè a metà dicembre) dura solo pochi minuti.

Ad accoglierci all’aeroporto di Nadi – pronuncia: “Nendi”- un gruppo musicale che canta tipiche arie del luogo e consegna ad alcune fortunate la classica corona di fiori. Ad attendermi c’è la responsabile della trip in programma il giorno successivo, che mi conduce all’ufficio e mi mette al collo una collana fatta di conchiglie, magicamente salvatasi nei giorni successivi e riportata intatta in Italia!
Assieme ad altri ragazzi vengo accompagnato al Nadi Bay Hotel, un Hotel-Ostello con un simpatico pub, piscina e camere dalle singole ai dormitori con 16 persone, dove ovviamente alloggio io!2° Giorno: Malamala Trip
Di buon mattino mi sveglio e dopo una colazione a base dei meravigliosi frutti figiani parto in direzione della mia gita del giorno: andata e ritorno dall’Isola di Malamala.
Da Nadi, infatti è possibile partire per molte 1-day trip: la più gettonata è Beachcomber Island, una minuscola isola con al suo interno un solo enorme ostello (1 camerata ha oltre 80 letti!): meta di moltissime persone al ritorno del giro delle isole.
Io invece ho scelto Malamala, perché dalla descrizione sembrava la tipica “isola da naufragio”: avete presente le vignette della Settimana Enigmistica?
Pagando qualche dollaro in più (a proposito: si usano i dollari figiani, circa 1000£) e navigando un po’ più a lungo era possibile andare a quella che ora è chiamata “Tom Hanks Island” ovvero l’isola dove è stato girato Cast Away.
Lascio quest’opzione ai turisti americani e mi dirigo a Malamala. I compagni di viaggio sono simpatici e provenienti un po’ da tutto il mondo, quindi le due ore scarse di navigazione scorrono veloci, quand’ecco che si presenta la nostra meta.

L’isoletta è circolare, per percorrere il perimetro a piedi occorrono 4-5 minuti, forse meno: tutto quel che c’è è una capanna, dove verrà preparata la grigliata e il resto del pranzo e alcuni ombrelloni: dalle 18 alle 9 l’isola è completamente deserta.
La giornata passa in fretta, tra bagni nell’acqua tiepida (con barriera corallina e pesci che potrebbero essere i protagonisti di Alla ricerca di Nemo), quattro chiacchiere con i turisti e i ragazzi dell’organizzazione, fino alla sfida a Beach Volley Fiji-Resto del Mondo… inutile dire che i figiani hanno stravinto! Nel tardo pomeriggio rientro al Nadi Bay Hotel.

3° Giorno Nadi – ???
Per il viaggio attorno a Vanua Levu, l’isola principale delle Fiji, ho deciso di utilizzare l’autobus della FeeJee Experience: i cosiddetti Hop on-Hop off bus, in quanto è possibile decidere quanti giorni restare in ogni paese coperto dal tour dell’autobus.
Purtroppo non ho molto tempo a disposizione e ogni giorno dovrò andare alla meta successiva: per fortuna la maggior parte dei ragazzi partiti con me fanno lo stesso, e sono sufficienti poche ore per creare una fantastica atmosfera tra ragazzi mai visti fino al giorno prima.
Il primo giorno prevede il giro di Nadi, la sosta in un paio di mercati di frutta (da provare senza dubbio banane, ananas, papaia e melone: lì si capisce come la frutta che mangiamo ogni giorno è purtroppo una copia sbiadita di quello che si trova da quelle parti…), mattinata in spiaggia con grigliata collettiva e visita di un villaggio agricolo.
Questa foto non si ingrandisceQui John, la nostra guida figiana, ci spiega aspetti della vita quotidiana e i ragazzini ci accompagnano per il villaggio spiegandoci come vivono e bombardandoci di domande sulla nostra vita, facendoci sentire più attrazioni che turisti.
Prima di arrivare al bellissimo ed economico ??? ci lanciamo nel Sandboarding: si tratta di lanciarsi giù da un’alta duna con sotto la pancia una tavoletta simile a quelle per i corsi di nuoto: da provare!
In serata bagno in piscina, canti e balli con i compagni di viaggio.

3° Giorno: da ??? a Suva.
Questa è la vera giornata da ricordare del mio viaggio: ci viene proposta una camminata di 3-4 ore attraverso le colline dell’entroterra.
Le Fiji sono isole di origine vulcanica, di conseguenza è raro trovare più di pochi metri in pianura, se non in prossimità delle coste. Ci lanciamo quindi in questa “avventura”: panorami incredibili; piante, fiori, cespugli mai visti; spesso si cammina dentro torrenti con l’acqua fino all’inguine e quando si trovano delle “piscine” create dalle cascate… via gli zaini e tuffi in acqua da metri di altezza!
Arrivati a destinazione ci viene consegnato un ciambellone sdraiati sul quale ci lasciamo trasportare dalla corrente fino ad una piccola baia.
Da lì veniamo riportati con delle “canoe a motore” al nostro autobus.
L’esperienza è fantastica: è qui che tutti pensiamo che il 90% dei turisti viene alle Fiji solo ed esclusivamente per le spiagge e il sole: ma basta allontanarsi dalle solite rotte per scoprire luoghi incredibili. Mentre scendiamo lungo il fiume sulla Camera d’aria chiedo ad un ragazzo cosa gliene sembrasse di quei panorami e la risposta è stata: “Heaven must be like this, my friend”.
Da lì ci dirigiamo verso Suva, la capitale del Paese, dove arriviamo in tarda serata.
Il nostro ostello è pieno, quindi veniamo dirottati in un ostello-casa, in pratica dormiamo a casa di una famiglia che ha un paio di camere libere. Serata per le vie di Suva e meritato riposo!

4° Giorno: da Suva a Nananu Island
Dopo un giro di Suva in mattinata (niente di che, in realtà: anche lì siamo riusciti a trovare un McDonald, un’agenzia Flight Centre e un paio di negozi tipo 7Eleven…) ci dirigiamo verso un villaggio della costa est, dove parteciperemo ad una cerimonia religiosa.
Ci vengono spiegati gli antichi riti -compresi quelli cannibali, da queste parti tristemente famosi in quanto in voga fino al secolo scorso – e partecipiamo a canti e danze fino al momento di bere la Kava, la bevanda un tempo consentita solo ai sacerdoti anziani.
Si tratta di acqua mista ad una radice polverizzata: si dice che dovrebbe avere un vago effetto rilassante-allucinogeno… pur avendone bevute diverse tazze sono costretto a smentire!
Dopo le cerimonie visitiamo alcune grotte della zona e poi ci buttiamo in un fiume dove giochiamo e facciamo a gara con i ragazzini figiani, i quali non vedono l’ora di sfidarci a tutti i giochi praticabili in acqua!
Questa foto non si ingrandisceDal villaggio ci dirigiamo verso Nananu Island: una piccola isola dove l’unica costruzione è un ostello gestito da una famiglia inglese.
Arrivati alla costa ci viene chiesto se vogliamo raggiungere l’isola con una barca o con un paio d’ore di kayaking: assieme a tre compagni di viaggio (4 nazionalità diverse in tutto) decidiamo per la seconda opzione, e pagaiamo mentre il sole alla nostra sinistra scompare in tutta fretta: quando arriviamo è ormai buio.
Dopo una doccia nelle spartane -eufemismo- docce dell’ostello ci tuffiamo sul buffet a base di cibi tipici: da segnalare un piatto a base di riso al tamarindo!
Dopocena accendiamo il più classico dei falò in spiaggia e passiamo la serata con chitarre, canti, balli, giochi e bagno di mezzanotte… prima delle 3 nessuno è a letto.

5° Giorno: da Nananu Island a Nadi
Ultimo giorno del nostro tour con la Feejee Experience.
La mattinata era dedicata al relax in spiaggia, ma grazie ad un’anticipazione della stagione delle piogge restiamo nel porticato dell’ostello, dove Santa Klaus (il gestore dell’ombrello!) fa la sua apparizione ai bambini locali. Superato il disorientamento di vedere Babbo Natale in occhiali da sole in mezzo a spiagge e palme ecco che i bambini ci intrattengono con canzoni e scenette natalizie: indimenticabile il momento in cui i bambini intonano Wainaka Rokoroko, la versione figiana della nostra Adeste Fideles e dell’inglese Joyful joyful: tutti i ragazzi cantano il tema nella propria lingua: Figiano, inglese, portoghese, tedesco, francese e latino -io!-
Questa foto non si ingrandisceLasciamo i nostri ospiti e ci dirigiamo verso Ba, il principale paese della popolazione Indofigiana e da lì ci fermiamo alle Hot Pools, dei laghetti di pochi metri di diametro dove l’acqua raggiunge naturalmente i 35-40 gradi: incuranti del rischio bollitura ci tuffiamo e ne usciamo con un piacevole tono rosso-aragosta sulla pelle.
Era questa l’ultima tappa del tour: torniamo a casa nostra, ovvero il Nadi Bay Hotel e passiamo lì l’ultima nostra serata alle Fiji.

6° Giorno: Nadi-Auckland-Christchurch
Il giorno dopo sveglia alle 5 di mattina per raggiungere l’aeroporto (giusto per dare un’idea: 20minuti di taxi, circa 2€) e volo di ritorno per Auckland e poi Christchurch, per un tour dell’isola del Sud della Nuova Zelanda.

Un consiglio a tutti quelli che hanno la fortuna di poter passare del tempo in queste isole (o con un viaggio massacrante dall’Italia o con voli più agevoli da altre parti del mondo): FATELO!
Cercate di godervi sì il sole, le palme, il mare azzurro e la barriera corallina, ma provate ad entrare nella cultura figiana: personalmente non mi sono mai sentito bene accolto in una comunità come in quei giorni alle Fiji: popolazione sempre sorridente, allegra e ospitale anche e soprattutto senza secondi fini turistici.
Non posso dire di aver visto molti paesi di questo mondo, ma temo che d’ora in poi tornare a casa dicendo “Questo viaggio mi ha emozionato più delle Fiji” sarà molto, molto difficile.

Giovanni Moretto.