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VANGELO

Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

RIFLESSIONE

21 dicembre 2014

CUSTODI DI SEMI
4a domenica del tempo di Avvento B

“I redenti dovrebbero essere un po’ più ridenti”, disse Nietzsche.

Tutti conoscono zio Paperone, Paperon de’ Paperoni, il miliardario protagonista dei fumetti Disney, simbolo del ricco.
Nelle vignette appare che tra i suoi tesori c’è una sfera di cristallo dove è contenuta una monetina da un cent.

Si racconta che Paperone era di famiglia povera e guadagnò la sua prima moneta lustrando scarpe ai bordi di una strada, inoltre il suo primo cliente invece di dargli i 5 pence richiesti gli diede solo un cent, imbrogliandolo e approfittandosi di lui.

Quel primo cent guadagnato lo ha sempre conservato con cura, è stato il seme della sua fortuna e ne è diventato il simbolo.
Zio Paperone ogni volta che guarda quella sfera di cristallo ricorda che tutto ciò che ha, nasce dal poco e dalla fatica.

Questo è il segreto di Maria e Giuseppe, il segreto del Natale:
c’è un cent custodito nella sfera di cristallo del cuore di ciascuno.

Un cent può sembrare un nulla, qualcosa che serve a poco.
Eppure se voglio un raccolto fruttuoso devo piantare un seme, così per spostare una montagna devo cominciare dai sassi piccoli.

Maria accoglie nella sua vita il seme di Dio, una scintilla di luce:
ciò la rende “ridente” perché vede la sua vita realizzata, redenta.

La vita di Maria non diventa fortunata, benestante, facile, serena, anzi si complica di fatiche, dubbi, incomprensioni che soffocano.

Quante volte nella vita le crisi e le difficoltà ci sotterrano, ci sentiamo sepolti da pesi, da buio, scoraggiamenti, fallimenti.
Le difficoltà ci seppelliscono, ma non sanno che noi siamo semi.
Un seme proprio quando è sepolto fa fiorire il meglio di sé.

Dio si fa uomo in Maria, si fa seme nell’aridità del quotidiano, si immerge e sommerge nelle zolle fredde della quotidianità.

A Natale vedremo questo seme di vita sbocciare a Betlemme:
in una famiglia ebrea come quella di Maria e Giuseppe, in un territorio palestinese che oggi è zona di terribile guerra.
Il seme di Dio è sepolto anche oggi sotto montagne di violenza.

Qualche tempo fa un ragazzo palestinese ucciso da una bomba vicino a Betlemme, è stato trovato con in mano questa poesia:

“Bruciate i nostri sogni, gettate acido sui nostri canti coprite di polvere il pianto della nostra gente massacrata coprite con la vostra tecnologia le voci di tutto ciò che è libero.
Distruggete ogni albero, ogni casa, ogni libro, ogni legge, distruggete tutto ciò che è giusto e armonioso.
Con la violenza cancellate il nostro passato e il nostro futuro, fino al punto che nessuna parola possa trovare dove nascondersi.
Fate tutto questo e anche di più.
Non ho paura, non mi dispererò mai
perché conservo un seme, un piccolo seme vivente che custodisco e pianterò di nuovo.
Sono un custode di semi”.

Noi non abbiamo guerre, bombe, spari come in Palestina.
Eppure non mancano guerre nelle relazioni, colpi che feriscono, violenza che schiaccia, egoismo che rade al suolo storie costruite, problemi che bombardano le nostre case. Paura e dolore.

Maria, con quel cucciolo di Dio e di uomo che ormai scalcia, ci dice: non avere paura, non disperare, non arrenderti, perché conservi un piccolo seme, un cent nella sfera del cuore.

Questo significa essere redenti e il segreto per essere ridenti.
Le difficoltà che ci seppelliscono non sanno che noi siamo semi.