panoramica di soncinoSoncino è un borgo tranquillo e facilmente raggiungibile, ricco di suggestive testimonianze storiche ed artistiche: l’imponente Rocca Sforzesca, l’interessante Museo della Stampa allestito presso l’antica Casa degli Stampatori, le Chiese e i palazzi storici, che potrete ammirare sono tesori da conoscere e scoprire.

 IL BORGO DI SONCINO

SONCINO sorge su un dosso dell’antico argine del fiume Oglio, immerso nel verde intenso di una campagna lussureggiante dove nascono moltissime risorgive. L’antico borgo è interamente circondato da massicce mura in cotto, rinforzate da torrioni semicircolari e da un fossato in parte ancora colmo d’acqua. Il passato di piazzaforte militare è testimoniato dalla grande Rocca della seconda metà del XV secolo cui si accede mediante ponti levatoi, di cui uno ancora funzionante.

Il cortile principale è a pianta quadrata, fortificato da quattro possenti torrioni. A Soncino si possono ammirare anche preziose opere d’arte custodite nelle numerose Chiese: la pieve di S. Maria Assunta, recentemente restaurata; San Giacomo, addossata ad un silenzioso chiostro; la stupenda Chiesa di Santa Maria delle Grazie, affrescata da Giulio Campi, ed infine la chiesetta del Tinazzo, immersa nel verde del parco dell’Oglio.

Merita inoltre attenzione la Casa degli Stampatori, memoria della straordinaria tipografia ebraica, dalla quale uscirono preziosi incunaboli tra cui, nel 1488, la Bibbia Ebraica completa. Dal 2000 il museo ospita la “Galleria dei Soncino”, sede d’importanti mostre d’ Incisione e di Piccola Editoria. Le testimonianze del passato più antico si possono osservare nel piccolo ma ricco museo archeologico Aquaria, in frazione Gallignano. Il Borgo Medioevale.

Uno dei fattori che ha determinato la forma urbanistica di Soncino è di carattere storico-politico. Le mura di difesa ne hanno infatti condizionato l’organizzazione interna. Il paese conserva ancora oggi tracce della sua storia comunale e medievale: le case-torri, sviluppate in altezza, i portici, la piazza, il Palazzo del Comune; il chiostro della chiesa di S. Giacomo, una delle tappe lungo il cammino di Santiago, la “Strada Magna”. Testimoni della ricchezza idrica di Soncino e dello sviluppo del commercio manifatturiero, sono i mulini ad acqua distribuiti sul territorio. La Chiesa di S. Maria delle Grazie. Un gioiello nel verde della campagna, una testimonianza dell’arte e dell’architettura rinascimentali lombarde.

La visita alla chiesa è un’ interessante occasione per avvicinarsi allo studio e alla comprensione della tecnica dell’affresco, per conoscere le vicende del borgo attraverso un’attenta lettura iconografica e per godere della bellezza e del fascino dell’arte sacra rinascimentale. Mura, fossato e sotterranei. Un itinerario insolito alla scoperta delle difese dei castelli medievali.

Il borgo di Soncino è ancora oggi protetto dalle sue mura turrite, perfettamente conservate, che descrivono un perimetro di circa due chilometri di lunghezza. Dalla Rocca è invece possibile, grazie ai suoi “passaggi segreti”, accedere al gran fossato. Una profonda barriera che preservava la fortezza durante gli assedi e che oggi permette di scoprire alcuni aspetti curiosi della rocca “vista dal basso”.

Tutte le domeniche pomeriggio, l’Associazione Pro Loco Soncino propone visite guidate gratuite per il Borgo e la Chiesa di Santa Maria delle Grazie.

Tel. 0374 – 83 188 – 84 883 prolocosoncino@tin.it www.prolocosoncino.it

Il Borgo medioevale

Santa MariaCon i palazzi decorati da fregi in cotto, i mulini e l’antica cinta muraria. La città murata che si presenta oggi al turista è il risultato di uno sviluppo che inizia verso l’anno 1000 e trova la sua più forte connotazione verso la fine del XV sec.

Nel borgo possiamo scoprire alcuni significativi monumenti: il campanile della Pieve di S. Maria Assunta, la torre civica, la torre ettagonale della chiesa di S. Giacomo, la rocca e fuori dalle mura la chiesa di S. Maria delle Grazie affrescata da Giulio Campi.

La Casa degli stampatori

Dove si respira l’atmosfera di una vecchia stamperia ebraica del secolo XV. Al piano terra sono riposti nelle cassettiere caratteri di diverso stile, in legno ed in piombo e le lettere dell’alfabeto ebraico.

Vi sono esposte alcune macchine da stampa manuali della fine dell’800 e dell’inizio del’900; si può ammirare pure la fedele ricostruzione di un torchio ligneo del 1400. Al primo piano sono esposti alcuni originali e le copie di libri stampati dai Sonsino, unitamente ad altre pubblicazioni specialistiche relative ai. famosi stampatori. Nella saletta del secondo piano si può assistere alla proiezione di un interessante filmato che racconta la vicenda degli stampatori “Sonsino” nonchè visitare la mostra didattica sulla storia della stampa.

I Sotterranei e la cinta Muraria

Un percorso lungo le antiche mura venete che circondano il borgo medioevale. Passando dal sotterraneo che collega la Rocca ed il fossato si studiano le caratteristiche difensive delle costruzioni militari.

Il Museo archeologico Aquaria

Un piccolo museo situato a Gallignano (frazione di Soncino) dove sono esposti reperti dell’età della pietra, del bronzo e del ferro con un ricco monetiere che testimonia la presenza dei Celti e dei Romani nel nostro territorio. Il museo è aperto il mercoledì dalle ore 20:00 alle ore 22:00 e la domenica dalle ore 10:00 alle ore 12:00.

La Chiesa di Santa Maria Assunta

Chiamata la “Pieve” è la più antica chiesa forense della diocesi di Cremona, al suo interno è conservato un dipinto di Matthias Stom.

La Chiesa di Santa Maria delle Grazie

Lungo l’antica strada di Cremona si trova la chiesa costruita all’inizio del 1500 con l’adiacente convento sede dell’Istituto delle suore della Sacra Famiglia. All’interno si possono ammirare gli affreschi di Giulio Campi e dei fratelli Scanzi che ornano pareti e volte, i fregi in terracotta ed i monumenti funebri della famiglia Stampa.

La Chiesa di San Giacomo

Costruita nel XIV secolo ove prima sorgeva un antico ospizio per i pellegrini, conserva al suo interno il “Compianto sul Cristo morto”, un gruppo di otto statue in terracotta realizzato da Agostino de’Fondulis e le vetrate policrome dipinte da Ambrosino de’Tormoli nel 1945.

A Soncino c’è tutto quello che serve per organizzare una “gita” divertente ed istruttiva, per bambini e ragazzi dalla scuola elementare e delle superiori, anche per gruppi di adulti. Visite guidate: in base alle Vostre esigenze didattiche potrete scegliere tra i diversi itinerari di visita, che propongono numerosi spunti d’approfondimento culturale. L’Associazione consiglia una visita guidata della durata di due ore costituita dalla ormai collaudata formula: Rocca e Museo della Stampa I monumenti e gli itinerari proposti sono ampiamente descritti nella guida didattica che le scuole possono acquistare nel book-shop

LA ROCCA SFORZESCA

Rocca Sforzesca SoncinoCostruita per volere della famiglia Sforza, signori di Milano, a partire dall’anno 1473 ad opera dell’architetto Bartolomeo Gadio, con funzione esclusivamente militare.

La Rocca è racchiusa fra quattro torri: torre del capitano, dove si può visitare quelle che erano la cucina e la camera da letto del. Capitano delle guardie, la torre cilindrica ricavata dal vecchio torrione della precedente cinta muraria, dove si troverebbe la mitica stanza del tesoro ed infine le due torri gemelle.

Dal cortile si può scendere alle stanze sotterranee. Attualmente due sale delle Torri gemelle della Rocca sono adibite a Museo Archeologico e Storico, il salone rinascimentale è sede di mostre.

Le più antiche notizie riguardanti la Rocca di Soncino risalgono al X secolo, quando venne costruita una prima cinta muraria quale riparo da opporre alla calata degli Ungari. Nel 1200 il castello venne assediato e distrutto dai Milanesi e dai Bresciani. Da allora Soncino verrà conteso dai principali Comuni Lombardi. Nel 1283 si trova menzionata una nuova Rocca, mentre nel 1312 il castello è occupato dai Cremonesi e nel 1391 i Milanesi ne faranno una testa di ponte contro i Veneziani la cui politica di espansione in terraferma avveniva ormai a danno del Ducato Milanese.

Dopo la conquista di Brescia, avvenuta nel 1426, da parte della Serenissima le mura ed il castello vennero rinforzati intorno al 1427 per sostenere gli attacchi dei veneti. La pace di Lodi del 1454 sancì definitivamente i confini tra la Repubblica di Venezia ed il Ducato di Milano, assegnando a quest’ultimo anche Soncino.

Nonostante ciò, Francesco Sforza fece rinforzare le mura ed il castello. Nel 1468 i Soncinesi avanzarono al Duca la richiesta di costruire una nuova rocca presso l’angolo di sud-ovest, in sostituzione della precedente. Francesco Sforza, ancora dubbioso della fedeltà degli abitanti, non accolse la proposta e si limitò a costruire un nuovo torrione. Galeazzo Maria Sforza nel 1469 inviò a Soncino gli architetti Serafino Gavazzi da Lodi ed il cremonese Bartolomeo Gadio, quest’ultimo autore anche del Castello Sforzesco di Milano, per approntare i progetti della nuova Rocca .

I lavori però non ebbero inizio. Nel 1471 gli ingegneri ducali Benedetto Ferrini da Firenze e Danese Maineri, responsabile delle fortezze di Soncino e Romanengo, intrapresero delle opere di manutenzione dell’antica rocca, oltre alle mura, alle porte ed alla torre civica.

Al Ferrini venne pure ordinato di stimare la spesa per la costruzione della rocca gadiana, ma i lavori non iniziarono che nel 1473 sotto la direzione del protomastro Bartolomeo Gadio il quale aveva richiesto la presenza del Maineri e del maestro da muro Giacomo De Lera, di Cremona, esponente della nota famiglia di architetti. I lavori verranno compiuti proprio dal De Lera.

Lo stato di avanzamento dei lavori è testimoniato dalle due missive ducali del 1474 nelle quali è contenuta la richiesta di collocare un’insegna con l’impresa sforzesca sopra la porta della rocca. Insieme alla cerchia muraria la rocca costituiva un importante complesso fortificato, anche se non proprio all’avanguardia.

Nonostante fosse stata interamente costruita dagli Sforza, la rocca risente degli influssi viscontei: il suo impianto quadrato con torri singolari sporgenti deriva dai castelli di pianura di Pandino, Pavia ed altri. La difesa si limita a potenziare alcuni elementi quali lo spessore dei muri, la maggiore altezza delle torri, la profondità del fossato, ecc.

La torre circolare costituiva una novità, un elemento aggiornato che venne edificato però su un preesistente torrione circolare e non intenzionalmente. Anche il castello di Lodi presentava un’unica torre circolare, ancor oggi visibile, innestata su impianto quadrato ed inserita nella cerchia muraria. Nel 1499 la rocca diverrà possedimento dei veneziani fino al 1509. In seguito passerà dai francesi nuovamente agli Sforza e nel 1535 al dominio Spagnolo.

Nel 1536 Carlo V di Spagna elevò Soncino a Marchesato infeudandolo agli Stampa e da allora un lento declino interesserà la rocca: gli Stampa lo trasformeranno progressivamente in residenza, costruendo nuovi corpi di fabbrica addossati alle mura interne e trasformando le strutture esistenti, come la camera superiore della torre di sud-est che diverrà cappella. Nel XVI secolo pittori di fama quali Bernardino Gatti, decorarono alcune sale ottenute chiudendo gli spalti. Vincenzo Campi realizzò al pala d’altare della cappella con una perduta Deposizione di Cristo, mentre Uriele Gatti dipinse alcune sale al piano terreno. Purtroppo la decorazione è quasi completamente sparita e non ne rimangono che poche tracce.

Nonostante alcuni tentativi di rafforzare le difese in occasioni d’interventi minacciosi, la rocca cadde in un progressivo abbandono, tanto da divenire magazzino di legname. Nel 1876 Massimiliano Stampa, ultimo marchese di Soncino, cedeva il complesso alla Municipalità per legato testamentario. Nel 1883 l’architetto Luca Beltrami venne incaricato di eseguire un rilievo e nel 1886 iniziò i lavori di restauro che comportò la demolizione di porticati ed altre strutture addossate agli spalti.

Le merlature, i tetti delle torri vennero in gran parte ripristinati, mentre il ponte levatoio veniva sostituito da uno un muratura. I lavori terminarono nel 1895 con il restauro del rivellino. Situata in una piazza raccolta, si presenta con un rivellino un tempo chiuso da saracinesca. Al di sopra del portale vi è una finestrella con profonda strombatura dalla quale la sentinella poteva controllare la piazza d’armi.

bastione soncinoOltrepassato il rivellino, si entra nella rocca vera e propria, preceduta da una piccola corte che fungeva da disimpegno per i movimenti delle truppe. Due scale addossate alle pareti interne conducono agli spalti, protetti da merlature poggianti su caditoie le quali venivano utilizzate per lanciare pietre e liquidi bollenti quali pece ed olio.

Sul lato ovest del rivellino un tempo v’era un ponte levatoio che veniva, in caso di emergenza, calato sul ponte fortificato in modo da permettere l’evacuazione della rocca verso la campagna. L’accesso alla rocca era permesso da due ponti levatoi, uno pedonale ed uno carraio, per il passaggio di cavalli e carri. In caso di attacco e conquista del rivellino, la rocca poteva essere facilmente isolata.

Varcato il secondo ingresso si giunge al cortile del castello. Al centro del cortile v’è una vera da pozzo, ricostruita nel XIX secolo, così come è stato messo in luce l’accesso ai sotterranei. La torre di nord-ovest, detta anche Torre del Castellano perché residenza del capitano della fortezza, ha anch’essa un ingresso alla quota del cortile, ma a differenza delle altre due quadrangolari, attraversate dal cammino di ronda posto alla quota degli spalti, presenta un passaggio interrotto da due passerelle levatoie in modo da consentire l’isolamento in caso di assedio.

La torre diveniva così l’ultimo baluardo di difesa che poteva garantire la via di fuga degli assediati attraverso i sotterranei della torre ed un passaggio segreto posto sul lato ovest del fossato. Dal cortile, tramite un piccolo atrio con due porte che potevano essere saldamente chiuse dall’interno, si accede ad una stanza coperta da volta a botte. Sulla parete di fronte si apre una finestra, mentre sulla parete di sinistra possiamo ammirare un camino con cappa piramidale.

Sulla destra si apre la scala che conduce ai sotterranei mentre vicino alla finestra, in un angolo, si trova un pozzo. Posta simmetricamente, all’ingresso si apre la porta della scala scavata nel muro perimetrale della torre, che conduce alla stanza superiore, anch’essa con volta a botte lunettata.

La sala, un tempo decorata con affreschi, presenta un’ampia finestra con sedili in mattoni posti nell’ampio sguancio, era dotata di latrina ricavata nello spessore del muro. Lungo le pareti si trovano le uscite che conducono sugli spalti. Dall’atrio che conduce allo spalto occidentale, parte una scaletta che porta al piano della merlatura, ora coperto dal tetto. Ritornati al piano del cortile, è ora possibile scendere al pozzo interno.

Si giunge ad una sorta di atrio che dà accesso alla prima sala sotterranea coperta da volta a botte ed illuminata da una finestrella, mentre un lato della stanza é interamente occupato da un rialzo a forma di bancone. Proseguendo, giungiamo ad un secondo andito che conduce al secondo sotterraneo, a destra, che poteva essere inondato in caso di necessità e che conduceva a due camminamenti, probabilmente vie di fuga.

A sinistra si entra in una sala con volta a botte che conduceva, mediante la porta levatoia, al pontile a due arcate sul fossato e da qui ad un’uscita segreta. Mediante una scala sotterranea si risale alla corte centrale e raggiungiamo gli spalti tramite la scala addossata al lato est.

rivellino SoncinoLo spalto orientale mette in comunicazione due torri quadrate, dotate di una stanza al piano terra coperte da volte e finestra strombata. Due porte portano rispettivamente al sotterraneo su due livelli ed al piano superiore aperto sugli spalti con due archi e volte a crociera.

Da qui parte un’altra scaletta che conduce al livello degli spalti della torre sud – orientale, dove si possono notare ancora tracce di affreschi, utilizzata nella seconda metà del XVI secolo come cappella. Il più antico di questi affreschi raffigura una Madonna con il Bambino, probabilmente un ex-voto, della fine del XV secolo.

Sotto uno strato d’intonaco è possibile ammirare un frammento d’affresco raffigurante il Leone di S. Marco, ricordo della breve dominazione veneziana. Sul terzo strato d’intonaco, risalente alla dominazione sforzesca, è possibile vedere un grande stemma sforzesco fiancheggiato da tizzoni accesi cui sono appese delle secchie, che dovevano illustrare il motto “Accendo e spe ngo”, mentre ai lati, ripetuta controparte, possiamo ammirare l’altra impresa araldica raffigurante una mano nell’atto di sciogliere il cane alla catena legato all’albero.

L’impresa araldica, che in seguito venne venduta agli Stampa, significava la libertà che fu portata al Ducato di Milano dagli Sforza. La volta è decorato con un motivo a pergolato, analogo a quello dipinto nella chiesa di S. Maria delle Grazie di Soncino. Il tema del pergolato non è infrequente nelle fortezze sforzesche: basti ricordare quello celebre che da il nome alla Sala delle Assi in Castello Sforzesco a Milano.

Percorriamo lo spalto meridionale e giungiamo alla torre cilindrica. Al livello degli spalti la torre presenta un andamento cilindrico, ma verso l’interno presenta un angolo rientrante con le pareti allineate agli spalti stessi. All’incrocio di queste pareti si apre una porta che immette in una stanza rotonda coperta da calotta sferica e con due aperture a doppia strombatura che servivano per puntare le spingarde a difesa del lato sud e del ponte.

Vicino alla porta vi è una scaletta con andamento elicoidale che conduce alla merlatura con ordine di piombatoi. Nel pilastro cilindrico posto al centro della stanza vi è una scaletta a chiocciola che conduce alla sommità del tetto conico della torre, una sorta di belfredo che assolveva alla funzione di torretta d’avvistamento. Questa dislocazione, al di sopra dei tetti, permetteva una visione più ampia del territorio circostante. La parte inferiore della torre è costituita da una stanza bassa coperta da volta ed appena illuminata da aperture poste a filo del terreno, probabilmente un magazzino di munizioni.

Tra la volta ed il pavimento della stanza superiore vi è uno spessore di circa tre metri, il che fa supporre che vi esistesse una stanza intermedia. La tradizione la vuole identificata come la sala del tesoro, ma che però potrebbe essere, forse, una struttura di consolidamento del bastione della cinta muraria a sostegno della torre cilindrica. Anche durante i restaur i ottocenteschi eseguiti da Luca Beltrami, non si è mai trovata l’apertura per questa stanza.

A differenza delle altre torri, questa presenta una sola sala sotterranea, di forma circolare e coperta da volta. Tornati in cortile, ammiriamo il corpo di fabbrica addossato alla cortina muraria meridionale. L’edificio è un’aggiunta cinquecentesca tesa a trasformare la rocca in residenza signorile. Le pareti recano tracce di stemmi sforzeschi, mentre la parete occidentale presenta una nicchia ad arco entro cui è affrescata una Crocifissione, ormai sbiadita.

Probabilmente questa era la parete di fondo della cappella e l’affresco doveva assolvere alla funzione di pala d’altare. In seguito alle trasformazioni subite dalla rocca nella metà del XVI secolo, la cappella venne demolita per far posto ai nuovi corpi di fabbrica destinati a residenza e fu in quell’occasione che il luogo sacro venne spostato sugli spalti della torre sud orientale.

Largo Salvini, 26029 Soncino CR Tel. 0374 – 83 188 – 84 883 prolocosoncino@tin.it www.prolocosoncino.it

Orari d’apertura INVERNALI – mar-ven: 10.00 –12.00, sab. e festivi: 10.00 – 12.30 e 14.30 –17.30 ESTIVI – mar-ven: 10.00 –12.00, sab. e festivi: 10.00 – 12.30 e 15.00 –19.00 Biglietti (Rocca + Museo della Stampa) INTERO: 3.00 € RIDOTTO: 2.20 € (gruppi di almeno 15 persone, ragazzi dai 6 ai 14 anni, adulti oltre i 60, Soci Touring Club Italiano). FAMIGLIA: 7.00 €

In primavera, l’Associazione Pro Loco Soncino offre visite guidate gratuite, senza aumenti sul costo del biglietto.

MUSEO DELLA STAMPA – CASA DEGLI STAMPATORI EBREI SONCINO

casastampatoriIl Museo è nato dalla volontà della Pro Loco di valorizzare una vicenda storica che ha posto la cittadina di Soncino tra le poche in Italia ed Europa ad accogliere una stamperia già nella seconda metà del ‘400, a meno di una trentina di anni dalla scoperta di Gütenberg.

Il Museo è stato inaugurato nel 1988, in occasione delle celebrazioni del V Centenario della Stampa della Prima Bibbia Ebraica Completa. Al suo interno si distinguono chiaramente tre sezioni: la prima dedicata alla celebre famiglia di stampatori, la seconda ad un approfondimento sulle tecniche di stampa e di incisione, la terza alle incisioni d’arte.

Casa degli stampatori Il nucleo originario del museo è dedicato alla celebre famiglia di stampatori, di cui vengono illustrate le vicende e i metodi di stampa. La tradizione ha sempre indicato la tipica casa a torre, oggi adibita a museo, come sede della stamperia – XV secolo – della famiglia ebraica che trovò a Soncino lo stimolo per iniziare la nuova att ività di stampatori.

La stamperia fu attiva nel Borgo per una decina d’anni, poi gli ebrei se ne andarono per l’opposizione cattolica, ma la loro impresa continuò in una migrazione verso sud, che li portò fino a Costantinopoli. Continuarono a firmare la loro produzione con il nome SONCINO, in omaggio alla città nella quale erano stati accolti dopo la cacciata dalla Germania. Spazio di approfondimento

Naturale evoluzione della prima sezione è una seconda, dedicata alle tecniche di stampa e d’incisione. Consente di prendere maggior confidenza con una serie di attrezzature: dai caratteri mobili, fino a torchi di differenti fatture ed epoche. Distinguere i principali metodi d’incisione illustrati in alcune teche, con chiaro intento divulgativo. Instaurare un rapporto più concreto, attraverso una serie di proposte laboratoriali, dedicati in particolar modo alle scolaresche.

Per un approfondimento sulla produzione dei Soncino, è visionabile la raccolta – curata dal Centro Studi S tampatori Soncino – di originali e copie anastatiche di alcune loro opere. Galleria Soncino L’esperienza all’interno del museo si completa – dal 2001 – attraverso la visita di esposizioni temporanee, presenti durante tutto l’anno, dedicate di volta in volta alle incisioni d’arte, alla piccola editoria o a raccolte exlibristiche.

La generosità degli artisti che hanno scelto questa sede come luogo espositivo, ha permesso di arricchire la collezione permanete. Si tratta di una raccolta che si apre sul panorama dell’incisione d’arte contemporanea, attraverso opere rappresentative di numerose realtà nazionali, offrendo un saggio delle differenti tecniche d’incisione e delle varie correnti espressive.

Via Lanfranco 6, 26029 Soncino CR Tel. 0374 – 83 171 – 84 883 prolocosoncino@tin.it www.museodellastampasoncino.it Orari d’apertura INVERNALI – mar-ven: 10.00 –12.00, sab. e festivi: 10.00 – 12.30 e 14.30 –17.30 ESTIVI – mar-ven: 10.00 –12.00 sab. e festivi: 10.00 – 12.30 e 15.00 –19.00 Biglietti (Rocca + Museo della Stampa) INTERO: 3.00 € RIDOTTO: 2.20 € (gruppi di almeno 15 persone, ragazzi dai 6 ai 14 anni, adulti oltre i 60, Soci Touring Club Italiano). FAMIGLIA: 7.00 €

Durante i normali orari d’apertura, un collaboratore dell’Associazione Pro Loco Soncino fornisce approfondimenti sulla storia degli Stampatori Soncino e dimostrazioni di stampa, senza aumenti sul costo del biglietto.

Associazione Pro Loco Soncino

via IV Novembre 14, 26029 Soncino CR Tel. 0374 – 84 883 Fax. 0374 – 85 333 prolocosoncino@tin.it www.prolocosoncino.it Orari d’apertura – mar-sab 8.30- 13.00

L’Associazione Pro Loco Soncino costituita ufficialmente nel 1966, si dedica all’organizzazione d’iniziative di richiamo storico-turistico, alla programmazione di visite guidate durante tutto l’anno e alla promozione di numerose pubblicazioni.

I testi qui riportati sono stati gentilmente messi a disposizione dalla Pro Loco Soncino.