nascita

VANGELO

Dal Vangelo secondo Luca
In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città. Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta. Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio. C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia».
E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».
RIFLESSIONE

25 dicembre 2014

UN DIO DI CASA
Natale del Signore

Un giorno Dio decise di giocare a nascondino con l’uomo.
“Mi potrei nascondere sulla luna o in fondo all’abisso del mare.
Ho deciso – disse Dio – mi nasconderò nel cuore dell’uomo è l’ultimo posto in cui verrà a cercarmi”.

A Natale Dio cerca casa o ogni casa cerca il Dio nascosto.

Dio bussa alla porta di casa e se ne sta alla larga dalle regge:
il castello è la casa di Erode e lì Gesù dà fastidio, è da eliminare.

Anche oggi Dio non vuole essere chiuso nel castello di cartapesta di una religione abitudinaria, ma cerca la quotidianità casalinga.

Quel cucciolo di Dio e di uomo preferisce invece il disordine, nasce in una stalla, attorniato da persone poco raccomandabili.

A Natale Dio non si fa vicino di casa, fa di più: si fa coinquilino.
Non è neanche un ospite di passaggio da accogliere con onore, ma è di casa e quindi gli chiediamo di condividere pure la fatica, di fare insieme a noi le cose di tutti i giorni.

Questa è la grande provocazione del Natale di Gesù:
dobbiamo pensare che la nostra fede è come un vecchio castello, bello, ricco, colorato, in cui ci piaceva stare da piccoli.

Diversi fattori, però, hanno cambiato il castello:
il vento delle tante cose da fare ne ha sbiadito le facciate, i temporali della vita lo hanno segnato con crepe.
Peggio, ci siamo accorti che tante cose che ci incantavano erano solo cartapesta ormai sgretolata, ammuffita, crollata.
Ad uno sguardo disincantato da adulti il castello della fede non è più così bello e ci diventa faticoso starci.

Nella vita, però, è il bambino che fantastica per sé un castello.
L’adulto sogna per sé una casa.
Forse è crollato un castello di cartapesta ma hai trovato una casa.

È arrivato il momento di “cercare casa”, di “mettere su casa”:
è una scelta coraggiosa di vita matura. Anche nella fede.

Sarà una casa piccola, modesta, semplice, ma vera, calda, tua, in cui vivere e in cui amare, da cui partire e a cui tornare dopo ogni viaggio che la realtà chiede, giorno per giorno.
La casa è un posto non solo per dormire, ma anche per sognare.

Siamo qui, oggi, davanti a un Dio che non cerca castelli ma casa.
Abbiamo il cuore attraversato da tanti desideri, da tante speranze, ma anche da preoccupazioni e da un po’ di lacrime segrete.
Noi vorremmo un cuore limpido come una reggia, ma sappiamo di non essere un gran che, di essere disordinati, e nel segreto anche un po’ sporchi, come una stalla.
Ma proprio qui Dio sceglie di nascere.

Quante volte poi presi da mille cose non ci ricordiamo di Dio, rischiando di ritrovarci a dirgli le stesse parole dell’oste:
“Non c’è posto nello spazio che conta, se vuoi c’è un angolino”.
Ma proprio qui Dio sceglie di nascere.

Questa è la Buona Notizia (il “Vangelo”) del Natale:
Dio fa diventare casa quello che non è casa o non è più casa.

Dio non cambierà la nostra vita, come non ha cambiato la stalla, non metterà in ordine i nostri disordini, ma ci nascerà dentro.

In questo Natale vorrei usare come augurio per ogni vostra casa quello che si trova scritto sulle porte degli antichi monasteri:
“ianua patet, cor magis”, la porta è aperta ma il cuore di più.

Questo è il regalo di Natale che ci può fare un Dio “di casa”, un Dio “nascosto” in casa nostra, nella casa del nostro cuore.